In arrivo in Mediterraneo le “navi volanti”
SINGAPORE – La notizia non è nuova: ma è l’aggiornamento di annunci, valutazioni tecniche e anche fake news, che da un paio d’anni circolano sull’ambizioso progetto di una “nave volante”, ovvero di uno scafo che sfruttando il noto effetto suolo possa volare a pelo dell’acqua con il minimo di resistenza aereodinamica e nessuna resistenza idrodinamica. In termine tecnico, si chiama Ekranoplano. La notizia nella vecchia notizia è che l’azienda turca Eurasia Mobility Solutions (EMS), posizionandosi come fornitore di soluzioni intelligenti per la mobilità urbana, ha firmato un accordo con la società singaporiana ST Engineering, che prevede la fornitura di 10 ekranoplani AirFish 8 con un’opzione per altre 10 unità di equipaggiamento, che è diventato il primo ordine per questo prodotto, anche se preliminare l’appaltatore – si legge nel rapporto di Singapore, deve iniziare la produzione di AirFish a partire dai prossimi mesi. La compagnia turca intende utilizzare gli ekranoplani per servire il settore turistico del paese sul Mediterraneo e in Mar Nero: ma anche per test che dovrebbero preludere a Airfish di maggiori dimensioni, fino a vere e proprie navi da trasporti merci, già in progetto esecutivo nei cataloghi di ST Engeneering.
Siamo di fronte all’ennesimo volo pindarico, o ci sono reali possibilità di avere “navi” che, volando a pelo d’acqua, possono rivoluzionare il trasporto marittimo non solo a piccole distanze, ma anche a medie e lunghe tratte? Sul piano ingegneristico, il principio fisico dell’effetto suolo è stato studiato da molti anni: e risultano anche realizzazioni concrete, in un caso prima della sua dissoluzione da parte dell’allora URSS per il trasporto sul Mar Caspio con un enorme ekranoplano che però non avrebbe avuto seguito.
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Con il passare del tempo e degli studi, l’AirFish 8 in costruzione a Singapore per la Turchia è molto evoluto ed avrebbe dimostrato di essere molto pratico ed anche economico sia nella costruzione che nella gestione. Non ci vorrà molto, entro la fine di quest’anno dovremmo vedere all’opera i primi esemplari, sia pure con una portata limitata a una decina di persone e motorizzazioni anche ibride.
Quello che interessa veramente il mondo della logistica però è lo sviluppo dei progetti di maggiori dimensioni. È evidente che se si riuscisse ad applicare il principio dell’effetto suolo su navi di almeno una cinquantina di metri, verrebbe rivoluzionato il mondo dei trasporti, a cominciare dai traghetti su rotte fino a qualche centinaio di chilometri, per poi andare anche oltre.
A Singapore sono convinti che gli AirFish arriveranno a crescere con veloce progressione. E si fa anche filtrare l’informazione che gli Usa stanno lavorando su temi analoghi, sperimentando da qualche tempo navi volanti anche di medie dimensioni, per ora in campo militare. Forse la scienza arriverà presto a superare la fantascienza?
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Uno dei problemi relativi all’espansione e alla crescita di queste navi che volano riguarda le strutture di accoglienza nei porti. È evidente che le banchine tradizionali non sono adatte, per la larghezza delle “ali” in particolare. Occorrerebbe dunque creare zone di attracco nuove, abbastanza semplici nel caso di traghetti per soli passeggeri, già complesse per sbarco e imbarco di mezzo ruotati, decisamente più complicate e costose se si trattasse di trasporto di collo pesanti e merci ingombranti. Uno dei motivi della fine dell’esperimento sovietico in Mar Caspio pare sia stato proprio il problema di creare strutture dedicate.
In compenso non sarebbero necessario alto fondali e basterebbero un paio di metri per far galleggiare il sicurezza anche gli esemplari più grandi. Insomma, andrebbero rivisti, per il settore cargo, tutti i criteri odierni, creando veri e propri scali a loro suoi esclusivo.
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