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LA POLITICA E IL MONDO REALE

A Trieste la telenovela delle nomine: via il numero 2 appena nominato

Il risiko delle nomine e i commissari con "i pieni poteri a metà"

LIVORNO. Siccome la telenovela sulle nomine ai vertici della portualità made in Italy stava prendendo toni un po’ troppo seri e “normali”, si è pensato bene che servisse un colpo di scena per tornare a far sentire i brividi. Accade a Trieste: è il quotidiano locale “Il Piccolo” a rivelare che il neo-commissario Antonio Rosario Gurrieri, insediato appena nove giorni fa, ha prima nominato come segretario generale Vittorio Alberto Torbianelli e poi gli ha tolto i galloni che gli aveva affidato neanche una settimana prima.

Sia chiaro, non è che i due non si conoscessero: finora avevano retto l’Authority triestina a parti invertite, cioè con Torbianelli che era stato nominato commissario straordinario per far uscire Trieste dallo choc delle dimissioni di Zeno D’Agostino, manager ritenuto fra i più capaci sulla piazza, il “presidentissimo” che era stato incoronato a furor di popolo dopo che era finito nel mirino dei giudici ma per una bega procedurale. Gurrieri è stato già segretario generale nella sua lunghissima carriera di dirigente dell’ente porto triestino fin da prima della riforma che “inventa” le Autorità portuali: l’ha fatto anche quando Torbianelli, anch’egli segretario generale nell’era D’Agostino, viene nominato commissario nel giugno dello scorso anno per continuare nel solco di quell’esperienza fortunata.

Nelle settimane scorse dal ministero chiedono a Torbianelli di dimettersi da commissario: si fa da parte com’è accaduto a tutti i suoi colleghi nei vari porti per permettere di sbloccare l’impasse nelle nomine e consentire intanto la nomina dei nuovi commissari. A Trieste la scelta del centrodestra è caduta su Gurrieri. Il 10 si insedia e, fra le prime cose, richiama Torbianelli a fare il numero due come facente funzioni.

Non l’avesse mai fatto. Trieste e Friuli sono nel mirino della politica nazionale: perché c’è il rebus del terzo mandato che la Lega vorrebbe per il “suo” Massimiliano Fedriga come presidente della Regione Friuli Venezia Giulia mentre Fratelli d’Italia dice di no sia a lui che a Zaia in Veneto (con l’intento neanche tanto segreto di riequilibrare fra i “governatori” gli equilibri interni al centrodestra, che non sono più quelli in cui la Lega era ai massimi storici e Fdi un partitino, ora semmai è il contrario). Per far capire che aria tira, a metà maggio partono le cannonate del ministro meloniano Luca Ciriani contro la sanità friulana.

Alla fin fine, però, il ministro Matteo Salvini è riuscito nelle ultime due settimane a far decollare una infornata di commissari che, essendo il completamento dell’iter delle nomine dei presidenti bloccato dallo scontro interno del centrodestra, perlomeno riesce nel frattempo ad affidare la guida delle Autorità di Sistema ai nominativi sui quali era stata trovata l’intesa con le Regioni. E dunque il seguito della procedura era poco più che burocrazia: non nascondiamoci dietro un dito, questo è il passaggio nelle commissioni parlamentari al di là delle chiacchiere (se avete dubbi basta che diate un’occhiata ai canali Youtube di Camera e Senato con i video relativi alle audizioni).

Lo sblocco è avvenuto perché il fronte delle imprese, delle istituzioni e dei sindacati ha alzato la voce: inaccettabile che il governo della portualità rimanesse congelato per via di beghe fra i partiti.

Secondo quanto riferisce “Shipmag” citando la stampa locale, il numero uno triestino giustifica la propria decisione di togliere a Torbianelli l’incarico di segretario generale guardando al risiko sulla portualità: «In un momento di definizione di tutte le partite sulle nomine nei 16 porti italiani, poteva sembrare che Trieste, seppur in buona fede, facesse un balzo in avanti sulla scelta del segretario generale, fregandosene degli equilibri che si stanno costruendo a livello nazionale. Si stavano sollevando equivoci che non era mia intenzione provocare. La partita della nomina del segretario generale non può essere risolta durante un regime commissariale».

Due big dell’Authority triestina. A sinistra: il commissario attuale Antonio Rosario Gurrieri (ed ex segretario generale). A destra: Vittorio Trbianelli, appena nominato segretario generale facente funzione (subito revicato), che in passato è stato sia commissario straordinario (fino a pochi giorni fa) e anche segretario generale titolare

Non la pensa così Debora Serracchiani, parlamentare dem ed ex presidente della Regione Friuli: tutto nasce dal pressing di Fratelli d’Italia che vuol contare di più nella distribuzione delle leve di comando nel mondo della portualità nazionale. «I partiti – afferma –  ricominciano ad allungare le mani sul porto di Trieste. Sul piano nazionale c’è lo stallo delle nomine, a Trieste arrivano gli ordini di sgombero a dirigenti di provata competenza: i criteri sono la spartizione e la fame di posti di una destra vogliosa di rivincita». Aggiungendo che se ne va a quel paese «la continuità con l’esperienza di Zeno D’Agostino e la positiva sinergia amministrativa e socioeconomica che si era creata con un presidente indicato dalla politica ma libero di fare le sue scelte e governare un porto strategico per l’Italia». Messaggio in bottiglia: finora ha retto il patto che, ad esempio, ha portato a Livorno una figura di sinistra come Gariglio su investitura di Salvini. «Abbiamo dato fiducia all’avvio di Gurrieri ma non vogliamo rivedere la lottizzazione e il piccolo cabotaggio che hanno bloccato il porto di Trieste in un’epoca che pensavamo chiusa», dice Serracchiani.

Post scriptum: a questo punto si spiega anche la cautela – anzi, come dice lui, la «ponderazione» – con cui il commissario dell’Authority livornese Davide Gariglio ha risposto al cronista che gli chiede conto dei tempi per nominare il proprio numero due al posto di Matteo Paroli chiamato a Genova. I commissari arrivano ma non illudetevi che la portualità sia in situazione di normalità: i compiti vengono intanto suddivisi fra i dirigenti di più alto livello. È questa la “nuova normalità” in un tempo malandato che sta ridefinendo tante “nuove normalità”…

Mauro Zucchelli

Pubblicato il
19 Giugno 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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