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Insostenibili in Italia per PMI i costi dei vettori energetici

ROMA – Per le imprese italiane i costi dei vettori energetici sono insostenibili, soprattutto per le PMI che per ogni euro di extra-costo energetico hanno una perdita di fatturato di 3 euro ed una perdita di valore aggiunto di 1,5 euro. A metterlo in evidenza è Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico.

Nelle grandi industrie – riporta lo studio – la perdita di fatturato oscilla tra il 6% e il 26% della spesa energetica, mentre per le piccole e medie imprese lo scotto è maggiore e arriva anche al 76%.

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Ener2Crowd, sulla base dei dati Enea, ha calcolato il gap di competititivà energetica delle imprese, cercando di fornire soluzioni possibili contro le perdite di fatturato.

«L’elaborazione è stata fatta tenendo contro della bolletta energetica e dei dati di consumo nazionali. Così è stato possibile calcolare che ogni 1.000 euro investiti in soluzioni di riduzione dei consumi oppure in efficientamento energetico è in grado di generare un risparmio diretto di costi energetici di 370 euro l’anno» spiega Giorgio Mottironi, ceo e co-fondatore di Ener2Crowd e capo analista del forum di finanza GreenVestingForum.

L’investimento si ripaga così in meno di 3 anni. Ma, come spesso accade, non tutte le aziendale hanno saputo cogliere questa occasione. Secondo i dati del report la perdita totale per le imprese italiane è stata di 27 miliardi, di cui 21 nel segmento delle piccole e medie imprese.

«Per recuperare l’extra-costo energetico del sistema imprese italiano ci vorrebbero ora 25 miliardi di euro di investimenti, un ammontare che porterebbe a generare una crescita di valore aggiunto complessivo di 16 miliardi di euro» sostiene Niccolò Sovico, ceo e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

Ovvero raddoppiare l’attuale volume di investimenti nel comparto energetico ed aumentare di circa 25 volte quelli nel campo dell’efficienza energetica.

Un grande sforzo che secondo il ceo di Ener2Crowd porterebbe a vero cambio di passo. A partire dal maggior utilizzo delle fonti rinnovabili, in grado di produrre risparmi per almeno il 20% sui costi di natura elettrica delle PMI, passando per gli interventi di “retrofitting” o “renewal” degli impianti di produzione, fino ad arrivare a soluzioni di efficienza gestionale. (AJ-Com.Net).

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Pubblicato il
13 Marzo 2021

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