Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Assomarinas: un mostro ci strangola

GENOVA – Nessuna risposta chiara dai tanti convegni promossi al 51° Salone Nautico Internazionale di Genova per i 100 porti turistici che si dibattono tra crisi ed aule dei tribunali; “per tentar di arginare – scrive Assomarinas in una nota – l’effetto devastante provocato sui bilanci della maggior parte delle strutture nautiche del Paese per l’improvvida imposizione dei canoni demaniali retroattivi”.

[hidepost]

“Pacta sunt servanda”, (gli accordi vanno rispettati), scrive ancora il presidente di Assomarinas, (l’Associazione Italiana dei Porti Turistici aderente a UCINA Confindustria Nautica e a Federturismo), Roberto Perocchio. Perché questo è un principio giuridico fondamentale per qualsiasi società civile ma è anche una regola fondamentale per il corretto sviluppo economico del Paese. Siamo invece di fronte ad uno Stato che palesemente viola i contratti a suo tempo stipulati con i privati investitori impegnati nella gestione dei porti e che dal 2007 attendono un chiarimento normativo che sgombri il campo da un colossale equivoco che estende il pagamento di somme mai precedentemente richieste alle imprese portuali turistiche che hanno basato i propri piani industriali su presupposti completamente diversi”.

“E’ quindi perfettamente inutile – continua il presidente – discorrere sui “massimi sistemi” quando nessuno sarà così sprovveduto da investire in un Paese i cui “patti” vengono rotti con tanta disinvoltura”.

Un riprovevole atteggiamento, dunque, confermato anche dallo studio presentato a Genova dall’Osservatorio Nautico Nazionale (O.N.N.) che denuncia un misero 15% di presenza straniera nei nostri porti turistici, causa evidente delle infinite complicazioni burocratiche, degli asfissianti se pur legittimi controlli e di una pressione fiscale sui servizi al diportista che contribuisce ad avvelenare i pochi giorni di vacanza sulle coste italiane.

“Se seriamente vogliamo lavorare per la ripresa – conclude Perocchio – Agenzia del Demanio e ministero delle Finanze dovranno introdurre in primis nel prossimo decreto per lo sviluppo una norma transitoria che chiuda definitivamente l’aspro contenzioso in essere sul demanio marittimo proprio quando ci sono decine e decine di ricorsi già avviati che rischiano di protarsi per una decina d’anni con il risultato di produrre la totale paralisi di tutti gli investimenti già previsti per la riqualificazione, la ristrutturazione, per la promozione e l’ammodernamento tecnologico dei nostri marinas“.

Dal Salone nautico genovese Assomarinas lancia dunque un ulteriore appello al Governo perché si passi dalle tante chiacchiere a pochi ma concreti fatti per consentire anche alla portualità turistica di concorrere con i suoi 20.000 addetti e con i 5 miliardi di euro di investimenti privati attesi per i prossimi 5 anni al risollevamento del Prodotto Interno Lordo (P.I.L.) combattendo quel “mostro giuridico” indegno per un Paese sedicente civile.

[/hidepost]

Pubblicato il
15 Ottobre 2011

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio