Crociere, Livorno promette
Protocollo tra istituzioni e categorie del commercio e un impegno per rivalutare il “punto di ritrovo” in Piazza Civica
LIVORNO – Andare a Cannes, nei prossimi giorni, al consueto incontro di Medcruise, solo per ammettere che il porto labronico per le crociere è “a tappo” e almeno per l’anno 2011 non potrà accogliere nemmeno una nave in più. Non sembra il massimo della soddisfazione per Guido Asti, amministratore unico della “Porto 2000”, cui è rimasto in mano il cerino acceso dell’impossibilità di trovare altri accosti. Specialmente in vista del confermato ritorno anche dei colossi di “Carnival Lines” da 330 metri, che certo non possono essere infilati qua e la.
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E’ uno degli spunti polemici – per quanto solo sfiorati – nella conferenza stampa dei giorni scorsi in Provincia, con la quale le istituzioni (oltre all’assessore provinciale Paolo Pacini c’erano il suo collega del Comune Paola Bernardo, il presidente della Camera di Commercio Roberto Nardi, l’amministratore di “Porto 2000” Guido Asti) e i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato hanno presentato un protocollo per un “progetto globale” che consenta di tenere nella città almeno quel 30% dei croceristi che sbarcano sulle nostre banchine, e per l’anno prossimo sfioreranno 1 milione di persone.
Problema degli accosti a parte, il protocollo si propone di attivare tutte le categorie perché cambi l’approccio, fino ad oggi abbastanza tiepido, del settore commerciale livornese nei confronti dei croceristi. I quali, ha ricordato lo stesso Asti, lasciano di media intorno a 58 euro ciascuno negli esercizi delle città di sbarco, per valori complessivi che superano nell’anno 1,5 milioni di euro. Promesse concrete sui temi, forse un po’ vaghe sul come raggiungere gli obiettivi. Con un’unica, interessante eccezione: l’impegno sottoscritto anche da Comune e Provincia di rivalutare totalmente in chiave di efficienza e accoglienza il “punto d’incontro” di Piazza Civica dove convergono gli shuttles da tutte le navi per distribuire poi i turisti tra i pullman destinati alle città d’arte e quelli del circuito urbano, Oggi, è stato riconosciuto, è poco più un tucul di legno da terzo mondo, senza servizi igienici né “facilities” di alcun tipo. Vedremo se la promessa rimarrà, come troppo spesso accade, solo una buona intenzione. Senza dimenticare che altri porti vicini stringono sempre di più i tempi per contendere a Livorno una quota delle navi da crociera.
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