Portuali alle lacrime & sangue

Enzo Raugei

LIVORNO – Forse è eccessivo pensare che dopo l’assemblea dei portuali della scorsa settimana, e le dimissioni in blocco dell’intero consiglio direttivo della Compagnia, il porto labronico non sarà mai più come prima.

Ma il segnale è forte: il piano di salvataggio presentato dal manager-commissario Alberto Bruschini è stato approvato quasi all’unanimità e impone tagli drastici alle retribuzioni (il 30% circa) oltre alla vendita di altri assets. Ma da solo non sembra garantire un ritorno all’utile prima di almeno altri due anni di lacrime e sangue. Sono le cifre a dire quanto pesante sia la situazione economica: 15 milioni almeno il fabbisogno finanziario a brevissimo termine, anche dopo aver capitalizzato la maggioranza del TDT venduta a GIP. I risparmi con i nuovi tagli sui costi sono ipotizzati intorno ai 5 milioni annui, ma con la caduta del lavoro e degli introiti occorre fare di più. E gli stessi sindacati del porto – Simone Angella della Cgil l’ha confermato – si sono impegnati a loro volta a lavorare con Bruschini per ulteriori limature.

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