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A Livorno tra la crisi, le iniziative, le speranze

Finalmente partono i lavori alla strettoia del Marzocco e si stanno per chiudere le porte vinciane – Ma manca ancora il vero consenso al Pot impallinato da due ricorsi al Tar

Massimo Provinciali

LIVORNO – La notizia buona, finalmente, è che dopo anni di passacarte burocratici con i ministeri, gli enti, le istituzioni e l’Eni, finalmente i permessi per il micro-tunnel sotto la torre del Marzocco sono completi e si può partire. Il che significa che la strettoia del Marzocco potrà essere allargata di una trentina di metri con meno limiti di ingresso delle portacontainers maggiori. L’altra notizia buona è che ieri a Firenze c’è stato un incontro – si spera decisivo – con l’Autorità portuale e la Regione per definire i tempi dell’intervento per la “foce armata” dello Scolmatore. Intervento urgente perché l’Authority di Giuliano Gallanti sta stringendo i tempi per chiudere definitivamente le porte vinciane alla radice della darsena Toscana. La conferma è da Massimo Provinciali, segretario generale dell’Authority e responsabile diretto, nell’Authority, della pianificazione portuale.
[hidepost]A fronte dei desolanti risultati del movimento portuale del 2012 – li sintetizziamo qui a fianco – l’Autorità portuale livornese fa il punto sulle cause del declino. Che secondo Massimo Provinciali sono in parte dovute alla crisi generale – il mercato dell’auto che crolla, il calo delle importazioni in generale, i consumi in caduta libera – ma in parte sono anche lo specchio di una realtà portuale livornese in cui, alla fine, ogni decisione – anche il Pot approvato pressoché all’unanimità – si tira dietro poi una catena infinita di distinguo, di risse tra “pollai”, di frenate più o meno palesi.
Come la vicenda del terminal crociere da realizzare sull’Alto Fondale. “Malgrado il si quasi totale del Pot – conferma Provinciali – contro questa scelta la Cilp ha presentato un ricorso al Tar sui magazzini della Dole e ne ha preannunciato un secondo contro il Pot in toto. Il presidente Gallanti ha cercato per mesi di arrivare ad accordi su scelte condivise. Ma a questo punto, siamo costretti ad agire in tempi stretti.” Anche perché, proprio sulle crociere che rappresentano uno dei pochi settori in espansione, la concorrenza serra sotto: la notizia che a La Spezia apriranno in aprile una nuova banchina per le crociere, e che una delle più importanti compagnie delle crociere vi trasferirebbe almeno 50 toccate destinate inizialmente proprio a Livorno, è di quelle che preoccupano.
Micro-tunnel al Marzocco, con allargamento e approfondimento della strettoia, e chiusura delle porte vinciane per evitare altri insabbiamenti della Darsena Toscana, sono due provvedimenti urgenti che, secondo Provinciali, potranno dare respiro al terminal dei contenitori, consentendogli di programmare l’accosto di navi più grandi delle attuali. Basterà a far riprendere i traffici? Il segretario generale del porto non è un ingenuo e sa bene che ci vuole altro: malgrado i tanti provvedimenti che l’Authority sta faticosamente portando avanti, occorre a suo parere “uno spirito nuovo di collaborazione della città in primis e del porto subito dopo”: perché la zonizzazione per traffici omogenei, approvata a parole con il Pot, non può partire se non ci sono accordi concreti e urgenti sia con la pianificazione urbanistica, sia in particolare con chi ha le concessioni. L’alternativa? Provinciali non la dice, ma non è difficile capirla: dismettere il guanto di velluto ed operare con il pugno di ferro. Metà del mandato di Gallanti è già andato e il pugno di ferro non s’è visto. Arriverà per la seconda metà, prima che il porto davvero rischi il collasso?
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
23 Febbraio 2013

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