Presentato il sigillo Leghorn che sarà in funzione al LSCT
L’elettronica avanzata al servizio della logistica e della sicurezza dei containers – Le dichiarazioni del presidente della Port Authority Lorenzo Forcieri

Il saluto del presidente Forcieri e al tavolo i vertici Leghorn.
LA SPEZIA – Si è tenuta a Porto Lotti la presentazione dell’innovativo sigillo elettronico Neptuneseal Rfid Antitamper della Leghorn. In collaborazione con La Spezia Container Terminal (gruppo Contship) ed alla presenza delle autorità locali e dei maggiori operatori logistici, il presidente della società livornese leader europeo del settore, Luciano Grapsa, ed il suo team composto dal general manager Alex Le Clef ed il consulente Alessandro Paternostro, hanno presentato il loro sistema di sicurezza a tutto tondo per i containers, già operativo ad Anversa ed a Rotterdam. Ad aprire gli interventi il presidente dell’Autorithy spezzina Lorenzo Forcieri che ha sottolineato la predisposizione dell’ente e degli operatori verso tutto quello che è informatizzazione ed automazione, così da intravedere per il prodotto prospettive molto interessanti: “Abbiamo aperto un rapporto di questo tipo in questi giorni con la Corea – ha detto il presidente – ed a breve sarà realtà una linea di controllo ininterrotta tra porto di Busan, porto di Spezia fino all’interporto di Melzo che potrà giovarsi dei sistemi della Leghorn, unitamente ai nostri ed alla piattaforma informatica A.P. Net che stiamo predisponendo e che diverrà l’interfaccia di tutti i sistemi che operano nel nostro porto”.
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Michele Giromini
A seguire poi le parole del direttore generale Michele Giromini del La Spezia Container Terminal, struttura dove, da subito, è stata offerta alla Leghorn la possibilità di sperimentare ed affinare il proprio sigillo: “Il Gruppo Consthip persegue da sempre l’innovazione – ha detto infatti Giromini – e la sua storia lo dimostra: dalla creazione di un terminal privato come LSCT fino ad arrivare ai tempi attuali che ci vedono impegnati nella gestione del traffico ferroviario attraverso la costituzione di una società che opera con propri mezzi e proprio personale”; ha poi proseguito anticipando alla platea gli interessanti prossimi sviluppi del Gruppo derivanti dagli impegni presi in occasione del recente rinnovo della concessione dell’area del terminal. La presentazione è entrata nel vivo con la spiegazione, fatta da Alessandro Paternostro, delle capacità del sigillo di sicurezza targato Leghorn che presenta il vantaggio di essere applicabile sul container come un comune dispositivo meccanico ma che può invece essere letto sia da un varco implementato Rfid che da un reader utilizzato dall’operatore e che oggi, per rispondere alle esigenze di maggiore sicurezza richieste da LSCT, riesce a rilevare anche l’eventuale evento effrattivo, sia in caso di emulazione che di clonazione. Grazie alla tecnologia evoluta il sigillo è fornito di un codice identificativo (detenuto dai database di Leghorn e fornito al cliente) che, abbinato al numero esterno presente, rende verificabile lo stato di integrità o di avvenuta manomissione. Il tutto attraverso l’applicazione di un’antenna non invasiva nel varco, facilmente implementabile attraverso un’integrazione al sistema operativo informatico esistente e testabile in pochi giorni. La sfida della Leghorn è stata quella di contenere i costi, tanto da renderli accettabili per il cliente che acquista quantitativi importanti di questi dispositivi e può utilizzarli anche come semplici sigilli meccanici ove non trovasse varchi dotati di Rfid ed al contempo usufruisce del vantaggio della gestione automatizzata in grado di generare una riduzione dei costi tale da coprire ampiamente l’investimento infrastrutturale. Dall’analisi del funzionamento del gate DP World di Anversa, esposta dal general manager Alex Le Clef, si è visto tra l’altro che i risultati portati da questa tecnologia nei primi sei mesi di applicazione, sia in termini di tempo che di personale impiegato per le verifiche del sigillo (personale non ridotto ma reimpiegato in attività importanti nella catena della logistica quali quelle del controllo interno della qualità), sono realmente eclatanti e corrispondono ad una riduzione del 15% della dannosità contestata all’interno del terminal; tutto ciò porta ad una quantificazione di centinaia di migliaia di euro risparmiati. Numeri così importanti hanno indotto il terminal a riproporre il test nel prossimo secondo semestre in modo di avere garanzia dell’effettiva miglioria ricavata dalla riconversione dell’attività.
Una punta di rammarico viene nel pensare come questa valida ed innovativa tecnologia trovi maggiori e più attenti ascolti fuori dalla città sede, come dice il nome stesso, della società Leghorn.
Riportiamo uno scambio con il presidente Forcieri, avuto a margine della presentazione, sull’attuale e dibattuta quaestio crociere, nuovamente in primo piano data la recente acquisizione da parte di Royal Carebbean di una quota sostanziosa del LSCF, queste le sue parole: “Con la sosta in rada delle navi e l’uso dei tender per lo scalo avevamo avuto un calo dei passeggeri dal 2011 al 2012 di circa il 50% e di questa difficoltà porti come Livorno se ne sono giovati, come è giusto, dato che non eravamo pronti. Abbiamo quindi posto subito attenzione alla questione per invertire la tendenza mettendo a disposizione una banchina ben attrezzata e prontamente sono arrivate risposte positive dalle compagnie che ci fanno prevedere quasi un raddoppio nel 2014 dei, già buoni, risultati attuali. Riteniamo normale l’interesse che le Compagnie ci riservano sia per la sicurezza del nostro porto data dalla diga foranea che per la vicinanza a mete ambite ai turisti come le Cinque Terre, le cave di Carrara e i castelli della Lunigiana”.
Cinzia Garofoli
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