Questa crisi nella crisi
LIVORNO – Nell’ex Toscana-felix ci si sente, in queste ore, davvero alla periferia dell’impero. E come capita spesso, alla periferia si stenta a capire la logica delle decisioni prese “là dove si puote ciò che si vuole”. Ammesso anche che si sappia cosa si vuole, il che non è scontato.
[hidepost]Ma l’amarezza di noi cittadini comuni non è soltanto quella di capire poco o niente la nuova crisi politica nel pieno della più devastante crisi economica dell’ultimo secolo: è sulla crescente convinzione che ancora una volta la classe politica, tutta la classe politica, giochi le proprie vicende di potere sulla pelle dell’economia italiana. E sulla pelle di chi lavora (o non riesce più a lavorare) di chi ha fatto impresa e cerca faticosamente di difenderla, di chi attende da anni soluzioni agli eccessi della burocrazia, agli eccessi del prelievo fiscale, agli eccessi di controlli sui controlli, agli eccessi di ideologismi sui temi economici.
Non sappiamo che cosa succederà da oggi, nel governo Letta e nei partiti che giocano al massacro (del Paese). Non azzardo ipotesi, non è il mio mestiere. Un augurio? Come nel famoso diario di quel ragazzino delle scuole campane diventato un’icona: io, speriamo che me la cavo. Contando di non dover dire: buonanotte, Italia.
A.F.
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