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Avanti adagio adagissimo quasi indietro

ROMA – E’ come quel vecchio comando marinaresco dalla plancia alla macchina: avanti adagio, adagissimo, quasi indietro. Così sembra l’ordine – si fa per dire: il sussurro… – che arriva da Roma sulla destinazione del relitto della Concordia, a pochi giorni dal termine fornito dalla Costa Crociere per la scelta.
[hidepost]In sostanza: o a Roma se ne fregano, tutti presi dai bottoni di Renzi che fanno a pugni con le asole durante la visita a frau Merkel – i quotidiani erano pieni di foto e commenti su questo fondamentale dettaglio – oppure i giochi li fanno fare a Costa e l’importante è state zitti e buci.
Due i dati di fatto: la Costa Crociere sta facendo per conto proprio, senza alcun raccordo con le istituzioni del territorio, una specie di gara all’offerta per la demolizione del relitto. E’ legittimo, è corretto, è consentito dal vuoto della politica sul tema? Secondo dato di fatto: gli impegni assunti dal precedente ministro dell’Ambiente e dal presidente (in carica) della Regione Toscana perché il relitto resti in Toscana sono carta straccia con il “rottamatore” al governo, anche se è un toscano doc? Volendo fare dell’ironia, i fiorentini non sono mai stati molto vicini ai problemi della Costa e da Renzi c’è da aspettarsi di tutto, anche peggio del bottone sull’asola sbagliata. Ma farsi scippare il relitto per una manovra tutta da capire non sarebbe un bel biglietto da visita per il nuovo governo a conduzione fiorentina. Punto.
Si gioca, a quanto pare, anche sui tempi. Ma è difficile capire sulla base di quali calcoli. I lavori a Piombino sono cominciati a ritmo sostenuto e entro la prossima settimana le imprese opereranno su tre turni continuativi. Luciano Guerrieri, commissario dell’Authority portuale, si sta giocando la reputazione di uomo saggio e prudente con la promessa di esser pronto a ricevere il relitto entro settembre: ma c’è chi dice, tra i tecnici del suo staff, che se arrivasse la conferma del relitto a Piombino potrebbero essere fatte alcune varianti al programma in corso d’opera per riceverlo – sia pure in modo precario, ma sempre comunque in sicurezza – anche prima. Certo, il non certo non aiuta. E non aiuta il polverone – che sembra proprio fatto ad arte per confondere le idee – sollevato quasi quotidianamente da altri porti che si candidano, buona parte dei quali senza nemmeno uno straccio di possibilità reale. Si sa che gli affari sono affari, e la demolizione della Concordia è per alcuni aspetti l’affare del secolo, non solo per chi ci metterà mano ma anche per il territorio in senso esteso. Da questo punto di vista, è comprensibile tutto il polverone, sono comprensibili le aspirazioni, è comprensibile che la stessa Fincantieri cerchi di sfruttare i siti che ha. Come Genova, che proprio in questi giorni sta tornando alla ribalta dei “si dice” con Voltri. Meno comprensibile semmai è che il territorio più selvaggiamente colpito dal dramma del naufragio abbia progressivamente abbassato la voce e appaia quasi rassegnato alle scelte di Costa. In accordo più o meno palese con la Protezione Civile, dice qualcuno. Da chiedersi: governo Renzi, se ci sei batti un colpo.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
22 Marzo 2014

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