Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

Benetti, c’è il nodo bacini che mette a rischio Livorno

Sia l’ex bacinone in muratura, sia quello galleggiante sono indispensabili per il programma di costruzione e varo dei mega-yachts da 100 metri – La gara dell’Autorità portuale

LIVORNO – Un decennio d’investimenti milionari, altri 500 milioni che stanno arrivando con la costruzione di nuovi grandi hangar per i maxi-yachts da 100 metri già in ordine, ma una spada di Damocle appesa sulla testa: la destinazione del sistema bacini di carenaggio, che è indispensabile per poter varare e mantenere i suddetti costruendo maxi-yachts. E’ tutto in questi termini uno dei momenti più delicati dell’avventura del cantiere Benetti del gruppo Azimut-Benetti, il primo costruttore al mondo di yachts di prestigio.
[hidepost]I due bacini del sistema (quello in muratura da anni in disuso per carenza di manutenzione, quello galleggiante che si “aggancia” alle aree del cantiere e nella strategia del cantiere sarà l’unico modo per varare ed alare i maxi-yachts) sono entrati nel mirino di un gruppo spezzino, che ha costituito anche una “filiale” livornese ed è all’attacco su tutta la linea, trovando qualche sponda – non si sa bene fino a che punto – in Comune, in Curia e anche su parte della stampa livornese.
L’ultima parola spetta all’Autorità portuale, che da tempo annuncia una gara per la gestione del sistema bacini. Un po’ una decisione alla Ponzio Pilato – si sostiene negli ambienti Benetti – perché negli accordi di Roma per il salvataggio del cantiere Orlando i bacini erano già formalmente destinati all’azienda degli yachts con le famose (o “famigerate”) tre gambe: costruzione, riparazione, yachting. Sulla gara Benetti potrebbe anche essere d’accordo, ma a patto che fosse specificato che il sistema è indispensabile per i suoi programmi di crescita. Del resto è chiaro che le riparazioni delle grandi navi anche se si trovassero i fondi per rimettere in funzione il bacino maggiore (20 milioni secondo uno studio del RINa, lo stesso secondo quello commissionato due anni dalla Camera di Commercio) sarebbero incompatibili per motivi ambientali con la città e le abitazioni-negozi ormai a ridosso con la Porta a Mare. Per non parlare del “marina” del porto Mediceo, anch’esso ingabbiato in una lunga, snervante e sotto alcuni aspetti assurda attesa delle ultime autorizzazioni finali dopo che il Tar ha respinto i vari ricorsi. Che il Mediceo diventi un “marina” è fuori da ogni dubbio: ma anche per questo che il sistema bacini possa tornare a “lavorare” le grandi navi è un assurdo, sancito anche da precise indicazioni dell’ASL livornese. Insomma, un garbuglio che richiederebbe un Gallanti capace di dare il famoso colpo di spada al nodo di Gordio. Ma Gallanti non si chiama Alessandro…
… A meno che invece che la spada del macedone non stia preparandosi a usare i sofismi di Ulisse: nel senso che farà presto (si dice entro i primi di ottobre) la gara per i bacini – come peraltro gli è stato risposto di fare al quesito inviato dall’Authority al ministero competente – ma chiedendo non tanto una comparazione sui canoni demaniali, quanto su un piano industriale che comporti anche il salvataggio e la valorizzazione dei grandi investimenti fatti e in corso d’opera dal gruppo Azimut-Benetti. Il mantra di Gallanti è: “Una gara in piena trasparenza”. Ma trasparenza vuole che si tenga conto anche delle realtà esistenti, dei posti di lavoro esistenti, e delle compatibilità ambientali di un comparto così delicato (e sotto certi aspetti promettente) della Porta a mare.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
13 Settembre 2014

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio