L’ufficiale simbolo nel dramma della Concordia tolto dall’operativa

LIVORNO – Non è un caso unico, quello del trasferimento non gradito di un ufficiale ad altro incarico. Ma questa volta ha toccato colui che è diventato un simbolo, il capitano di Fregata (Cp) Gregorio De Falco: il simbolo positivo, di un decisionismo ruvido e informale ma diventato rapidamente “mantra” (“Torni a bordo, cazzo!”) nella vergognosa tragedia della Costa Concordia al Giglio. E la stampa quotidiana c’è andata a nozze: De Falco punito, De Falco “asfaltato” dall’invidia dei colleghi, De Falco chiuso in una stanza di cui si butterà via la chiave. Ancora: dietrismi su un rapporto definito non particolarmente cordiale tra De Falco e l’ammiraglio Ilarione Dell’Anna, che già comandò la Capitaneria di Livorno avendolo come sottordine e che adesso decide i trasferimenti; dietrismi sull’invidia nel corpo per la sua popolarità; dietrismi sul suo carattere, non certo dei più facili. E molte parole in libertà, su un caso che obiettivamente si presta.
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