Dal maxi-giacimento di gas dell’Egitto svolta per lo shipping in Mediterraneo
Con l’importante contributo dell’impresa italiana aumenterà anche l’utilizzo del GNL con i rigassificatori costieri e per l’alimentazione dei motori navali – Le prospettive
ROMA – E’ qualcosa di ben più importante, nelle ricadute economiche anche per il nostro paese, della pur eccezionale scoperta del più grande giacimento di gas naturale del Mediterraneo al largo della costa egiziana. L’annuncio dato dall’ENI della scoperta, sulla base di ricerche fatte dalla società italiana di Stato dopo aver vinto la relativa gara indetta dal governo egiziano, conferma che anche il Mediterraneo, come il mare del nord, può contare su enormi riserve del carburante (anche navale) per il prossimo futuro. E conferma anche che quando il maxi-giacimento entrerà in funzione, a 107 chilometri dalla costa di Port Said e su una profondità di 1450 metri, quasi certamente si creerà una ulteriore opportunità per i rigassificatori offshore che stanno nascendo un po’ ovunque sulle coste sud dell’Europa.
[hidepost]Forse un grosso vantaggio anche e specialmente per l’impianto di OLT al largo di Livorno, che fino ad oggi è rimasto praticamente in stand-by, come riserva strategica in vista di tempi (e consumi) migliori.
Il giacimento che l’ENI potrà sfruttare grazie agli accordi con l’Egitto ha un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi, corrispondenti a 5,5 miliardi di barili di greggio. Batterà in potenzialità l’altro giacimento “monstre” dell’est del Mediterraneo, quello davanti a Israele (Leviathan) da 620 miliardi di metri cubi. In attesa che si sblocchino anche le ricerche nell’Adriatico, dove le prime prospezioni avrebbero individuato giacimenti anch’essi molto interessanti, l’est Mediterraneo si conferma la fonte energetica più importante per l’Europa dei prossimi decenni. E l’Italia avrà il suo ruolo non solo nell’estrazione, ma anche nella commercializzazione del prezioso gas.
Lo scenario che adesso si ipotizza con l’impianto che dovrà nascere in Egitto comporta importanti investimenti in tecnologia che si rifletteranno anche sull’industria specializzata italiana. ENI, Saipem e tutte le imprese consociate saranno chiamate a lavorarci. Ma nella visione strategica del futuro – si parla dei prossimi cinque/sei anni – il flusso di gas naturale dall’est del Mediterraneo comporterà anche una revisione accelerata delle motorizzazioni navali a favore del GNL. Con vantaggi sia per l’ambiente, sia per il costo della logistica.
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