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FederPetroli: prezzi bassi come “pulizia”

ROMA – “Con il prezzo del petrolio sulla soglia dei 30 dollari a barile siamo su un’onda speculativa ed industriale meravigliosa” queste le dichiarazioni del presidente della FederPetroli Italia – Michele Marsiglia sul susseguirsi di ribassi del prezzo dei greggi di riferimento (BRENT e WTI) sui mercati internazionali.
[hidepost]Continua Marsiglia “Bisognerebbe che scendesse ancora di qualche dollaro per raggiungere il livello ottimale alla risalita. Se il prezzo riesce a rimanere basso sino a marzo/aprile di quest’anno su valori tra 26 e 35 dollari a barile sarà per molti un buon 2016. Certamente chi non aveva valutato bene la possibile situazione di volatilità che si sarebbe verificata, ne pagherà le conseguenze, ma chi investe in questo momento, avrà di sicuro redditività per i prossimi anni.
Quello che parte di mercato non comprende è che il prezzo del petrolio basso è una sorta di ‘pulizia’ sulle quote di mercato dei flussi petroliferi, certamente la situazione per l’Italia non è semplice, alcune aziende petrolifere hanno investito anni fa senza alcuna ottica di monitoraggio della situazione internazionale, difatti stiamo già assistendo a disastrosi piani di licenziamenti e dismissioni”.
Il presidente di FederPetroli Italia interviene anche sul possibile coinvolgimento dell’Italia sul progetto di raddoppio del gasdotto North Stream “Accogliamo favorevolmente l’opportunità, occasione per l’Italia da non perdere. ENI riporterebbe la propria leadership anche nel nord Europa. Per noi diventa un’importante tappa per poter far accreditare più aziende italiane, produrre lavoro ed occupazione partecipando alla costruzione delle diverse fasi del progetto di raddoppio del gasdotto.
Certo, abbiamo bisogno che ENI riveda le procedure di accreditamento in aiuto e vantaggio alle centinaia di aziende dell’indotto petrolifero ed energetico italiano pronte a presentarsi ed accreditarsi come fornitori. Sicuramente per una giusta procedura vanno cambiate alcune politiche aziendali interne, altrimenti lavoreranno solo le aziende estere e per l’Italia non ci sarebbe più convenienza” conclude la nota.

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Pubblicato il
13 Gennaio 2016

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