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Fabbisogno GNL Federpetroli e la rete italiana

Nella foto: il tavolo dei relatori del convegno SAFE.

ROMA – Prendiamo spunto dalla notizia dell’istituzione del Tavolo sul GNL di FederPetroli Italia, che pubblichiamo in questo stesso numero, per evidenziare quanto emerso, sul tema, da un recente convegno sugli scenari di sviluppo del GNL.
Il convegno è stato promosso, in collaborazione con Wartsila, da SAFE, l’organizzazione indipendente e punto di riferimento nella formazione e nella promozione culturale in ambito energetico ed ambientale. Un incontro-confronto fra esperti, rappresentanti istituzionali, e realtà industriali interessate allo sviluppo del combustibile a basso impatto ambientale, che sono stati riuniti dal presidente Raffaele Chiulli e dove sono state presentate analisi ad ampio spettro sul futuro del combustibile.
[hidepost]Secondo gli studi di ExxonMobil, illustrati dal presidente Gianni Murano, il fabbisogno mondiale di GNL triplicherà entro il 2040, raggiungendo il 18% dell’offerta globale di gas; in Europa si prevede una crescita dell’importazione di GNL e di gas via pipeline (che nel 2014 rappresentavano il 50% della domanda mondiale di gas) del 70%, dovuta ad una diminuzione nella produzione locale. Con riguardo all’Italia nel convegno si è affermato che, in attesa di un mercato unico dell’energia europea in grado di garantire sicurezza nell’approvvigionamento e contenimento dei costi, si dovrebbero intanto creare le infrastrutture – che la tecnologia già ci consente di avere sicure e rispettose per l’ambiente – per sostenere chi vuole portare avanti questo progetto. Sono infatti già molte le aziende che hanno fatto investimenti in tal senso e che, anche a causa dell’attuale basso prezzo del petrolio, temono ulteriori rinvii nella realizzazione delle infrastrutture.
In questo contesto l’aggiornamento sull’azione governativa a favore del GNL, avviata dallo scorso dicembre, lo ha portato Gilberto Dialuce, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico: la consultazione ha preso le mosse anche, o soprattutto, dall’esigenza di svincolare il paese da fornitori energetici spesso “scomodi” che utilizzano l’energia come strumento di politica estera e così di aumentare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento per accedere ad un mercato globale, come quello del GNL, che già ora – oltre ai vantaggi ecologici – ha un prezzo competitivo con previsioni di ulteriore riduzione per aumento dell’offerta. Dialuce ha informato circa il piano del ministero che prevede il potenziamento dei tre impianti di rigassificazione attualmente in funzione ed un definitivo inserimento nella tradizionale catena di alimentazione della rete. Occorrono più depositi costieri, infrastrutture di reloading per consentire un utilizzo nel traffico marittimo ed anche nel trasporto stradale con rifornimento di carburanti sulle autostrade, stabilità normativa e fiscale; tutte queste iniziative dovranno portare allo sviluppo industriale ed all’esportazione all’estero della tecnologia italiana, che è di eccellenza nella realizzazione delle infrastrutture collegate.
L’Italia, con la sua posizione geografica nel Mediterraneo, è una piattaforma ideale non soltanto per la rigassificazione e trasmissione del GNL verso il centro Europa ma anche come centro di rifornimento e smistamento per il Mediterraneo stesso quando i limiti di emissioni nel 2020 dovranno essere rispettati anche dagli altri paesi che vi si affacciano. Da qui l’opportunità di sviluppare cooperazioni con altri paesi europei e non, per realizzare un’area SECA dove oltre ai paesi utilizzatori di GNL ci siano anche, come nella sponda sud, quelli produttori con i quali si possa realizzare una mutua circolazione. Alcuni accordi allo scopo di creare studi di fattibilità in questo senso, finanziati a livello europeo e coordinati dal MIT, sono attualmente in corso ed in fase piuttosto avanzata.
Il percorso del MISE, insieme al MIT, nel rispetto della direttiva comunitaria sui combustibili alternativi del 22/10/14 vede in ogni caso una prima scadenza a novembre 2016 con la presentazione di un piano strategico di sviluppo. I piani richiesti, ed in preparazione, in realtà sono quattro: per il GNL, per il metano compresso, per la mobilità elettrica e quella ad idrogeno. Nello specifico il piano sul GNL avrà anche delle concrete indicazioni su quelle che sono le potenzialità nel trasporto marittimo con individuazione dei porti che, per loro conformazione strutturale, si prestino a questo tipo di insediamenti e che fungano da poli centrali con la creazione di un sistema di ricarico e di bunkeraggio tale da trasferire il GNL negli altri porti. Ulteriori indicazioni vi saranno sugli usi industriali e sulla introduzione del GNL nelle aree del paese non ancora metanizzate. Grazie quindi alla scadenza improrogabile per la presentazione del piano strategico sui combustibili alternativi richiesto dalla direttiva comunitaria – nel quale verrà introdotta anche tutta la parte normativa – il ministero proponente, ovvero il MIT, avrà pronta obbligatoriamente entro novembre – ha detto Gilberto Dialuce – tutta una legge ad hoc sul GNL.
Gli operatori italiani sono pronti ed ansiosi di tuffarsi in un mercato di tale entità e che sin da ora vede il paese, in Europa, in una posizione di vantaggio sia per collocazione geografica di cerniera europea con le aree di estrazione sia per le eccellenze delle sue aziende. Questa anche la ragione del comunicato Federpetroli a voler ribadire, al di là delle rassicurazioni governative, l’esigenza di concretizzare in tempi brevi i temi trattati.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
2 Marzo 2016

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