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L’urlo del mare in difesa dei delfini

Tante firme on line contro le prospezioni sonore sub alla ricerca di idrocarburi e gas

TARANTO – A Taranto l’associazione ambientalista Marevivo ha raccolto l’“Urlo del mare” incalzati dai delfini. Basta ostinarsi – dice un comunicato dell’associazione – con lo sfruttamento dei giacimenti e sperperare le vere ricchezze di Taranto e del nostro Paese, cioè biodiversità, cultura, turismo, pesca, tutto quanto le trivellazioni in mare mettono a rischio.
[hidepost]In un video, l’associazione ha dato un unico volto, quello tormentato dell’Urlo di Munch, alle oltre 40 mila persone che, in dieci giorni, hanno firmato la petizione on line di Marevivo, supportata dall’associazione di ricerca scientifica Jonian Dolphin Conservation, per chiedere al presidente Emiliano e ai sindaci dei territori interessati di ricorrere al Tar contro il decreto VIA concesso alla Schlumberger per l’attività di air gun nel golfo di Taranto e per sollecitare il presidente del Consiglio Matteo Renzi a cambiare rotta, una volta per tutte, sulla politica energetica dell’Italia.
E’ un appello a cui si sono uniti anche testimonial appartenenti a mondi molto diversi tra di loro, dall’arte all’imprenditoria, passando per il giornalismo e lo spettacolo: hanno firmato la petizione gli attori Alessandro Preziosi, Serena Autieri, Cesare Bocci, Marisa Laurito, Manuela Kustermann, Debora Caprioglio, Giusi Buscemi, Eleonora Vallone, Rodolfo Laganà, Pino Ammendola, Mita Medici, gli artisti Cristina Finucci, Olen Cesari, i giornalisti e conduttori tv Licia Colò, Federico Rampini, Livia Azzariti, Alberto Luca Recchi, i documentaristi Folco Quilici e Pippo Cappellano, il regista Ian Michelini, l’inviato speciale ONU Staffan De Mistura e l’imprenditore Leonardo Ferragamo. E, naturalmente, esponenti del mondo della ricerca e dell’associazionismo: il professore dell’università di Lecce Ferdinando Boero, il presidente del CoNISma Angelo Tursi, l’ecologo marino Giuseppe Notarbartolo di Sciara, la presidente di Legambiente Rossella Muroni, la presidente del WWF Donatella Bianchi, il presidente di Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente e il vicepresidente di LAV, Gianluca Felicetti e Roberto Bennati.
Come è scritto nella petizione, “non temono l’Ilva ed i suoi veleni, vivono in libertà con i propri cuccioli, ma non potranno difendersi dalla nave, armata di cannoni ad aria (gli air gun), che presto esplorerà il Golfo di Taranto alla ricerca del petrolio. Sono in pochi a saperlo ma nel Golfo di Taranto, proprio in quella porzione di mare definita già 30 anni fa con decreto presidenziale “baia storica e naturale”, si trovano centinaia di esemplari di delfini e balene, che ogni giorno si possono facilmente incontrare ed osservare”.
A breve, nelle acque del Golfo di Taranto, a soli 13 miglia dalle coste, arriveranno gli air gun – spiegano Marevivo e Jdc – per fare ricerca e prospezione di idrocarburi. I cannoni di questa nave non spareranno proiettili, ma bolle d’aria che, determinando onde sismiche, rappresentano il più grave pericolo per la fauna marina. Ma “c’è compatibilità ambientale”, ha decretato il Governo, dando via libera al progetto della società Schlumberger.
In sostanza, mentre il mondo cerca alternative al petrolio – a Marrakech, in Marocco, si sono appena conclusi i lavori della Cop22, ovvero la ventiduesima Conferenza sul cambiamento climatico – la politica energetica del governo italiano, in stridente contrasto con gli impegni presi lo scorso anno a Parigi e con “il non si torna indietro” sulla strada della decarbonizzazione, continua a voler trivellare. E per di più in una zona di mare estremamente sensibile per una serie di ragioni, non solo ambientali ma anche di natura economica.
L’attività di air gun va contrastata, concludono Marevivo e Jonian Dolphin Conservation, prima che i violenti spari di aria compressa ogni 5-15 secondi, con intensità fino a 260 decibel, colpiscano gli abitanti del mondo sommerso. Perciò, anche questa volta, Marevivo è tornata a indossare la maschera dell’Urlo di Munch, simbolo della propria lotta per dare voce e corpo al mare.

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Pubblicato il
7 Dicembre 2016

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