Per ANITA, le sfide in atto

Thomas Baumgartner

VENEZIA – E’ stata un’assemblea di quelle importanti, e non solo per l’unanime riconferma del presidente Baumgartner. Ma anche e specialmente perchè l’ANITA, l’associazione nazionale delle imprese di trasporto automobilistiche, ha confermato di avere piena coscienza della rivoluzione in atto nell’intera logistica mondiale. E dei problemi ancora aperti per chi opera in Italia. Da qui la scelta del tema dell’assemblea, “La rivoluzione digitale di industria 4.0 con i processi sempre più automatizzati e interconnessi”. Il quadro che ha tracciato sul tema Carlo Ratti del MIT di Boston (inserito da Wireless tra le 50 persone che cambieranno il mondo) è stato significativo ed esauriente. Come ci conferma il presidente Thomas Baumgartner qui di seguito.

Presidente, è chiaro che siamo in piena rivoluzione tecnologica anche e specialmente per voi…

“Ne siamo talmente consapevoli che abbiamo dedicato al tema il cuore della recente assemblea. Il nostro settore deve cogliere la cosa come opportunità. Perchè saremo sempre più interconnessi, con i veicoli ma anche con le strade “intelligenti”, la guida autonoma, le infrastrutture viarie totalmente avanzate. Occorre un grande impegno: ma il futuro porterà ad una mobilità delle merci più sicura, sostenibile, digitale, integrata. E come ho detto in assemblea, le imprese di trasporto e logistica devono adattare i propri processi ai paradigmi introdotti da Industria 4.0”.

Lei ha tracciato anche un quadro del settore dopo la crisi che si è aperta nel 2008. A che punto siamo?

“Stiamo vivendo una lenta ripresa, ma sostenuta soltanto dall’export, senza domanda interna significativa, le aziende continuano a non crescere e non crescono i posti di lavoro. Subiamo il dumping sociale dei vettori dell’Est Europa, con pratiche borderline nell’uso di autisti distaccati anche nel trasporto domestico. E mancano misure incisive per proteggerci.

Il governo sembra però impegnato sui trasporti e sul sistema logistico, a cominciare dalla riforma portuale.

“Molto si è fatto e si sta facendo, lo confermo per il trasporto marittimo, per i porti, per gli investimenti ferroviari con i nuovi assetti di Mercitalia e le puntuali analisi sul combinato terrestre della struttura tecnica di missione del professor Cascetta. C’è molta attenzione anche per il cargo aereo. Ma l’autotrasporto è ancora privo di un progetto di sviluppo benchè il 90% della mobilità merci in Italia sia su gomma e che sia fondamentale anche per le altre modalità per l’ultimo miglio. Riconosco che il governo è intervenuto con misure mirate sul tema: ma non basta, manca un progetto complessivo”.

Un aiuto potrà venire dal pacchetto che Bruxelles sta studiando per “Europa in movimento”?

“Apprezziamo lo spirito e gli obiettivi che l’Ue si pone per l’innovazione e l’efficienza, ma ci sono punti che non possiamo assolutamente condividere. E’ il caso del cabotaggio, per esempio, con la proposta di liberalizzare i mercati domestici eliminando il numero delle operazioni consentite nel paese ospitante. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo allora ridurre – non è un dettaglio – da 5 a 3 giorni la permanenza nello stato ospitante”.

E’ dunque fondamentale riequilibrare l’utilizzo dei vettori nazionali…

“Ho ricordato all’assemblea che nell’internazionale già oggi il 72% delle merci che transitano al Brennero viaggiano su vettori stranieri; e negli ultimi anni i vettori della vecchia Europa sono diminuiti anche al 60%, mentre quelli dell’Est sono aumentati fino al 700%.

Saranno le nuove tecnologie a riequilibrare i rapporti?

“Contribuiranno, ma l’uomo rimane protagonista del cambiamento. Abbiamo bisogno di più giovani, più formazione, più professionalità, più manager. Ringrazio l’Albo per quanto sta facendo, ma è necessario un progetto nazionale, che riguardi anche l’ambiente. Il governo su questi temi sembra essersi impegnato, l’ha detto in assemblea anche il ministro Delrio. E noi faremo la nostra parte”.

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