Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Gommoni migranti credibilità

LIVORNO – Che c’entriamo noi, dal nostro porto, con l’amara vicenda dell’Aquarius e dei suoi disgraziati naufraghi? Mi direte: ci autorizza a ciacciare a ruota libera il “post” del sindaco Nogarin, che ha offerto – e subito dopo ritirato – il rifugio livornese alla nave.

Non facciamo politica, o almeno cerchiamo di non farla anche se ogni idea, ogni opinione, bene o male diventa politica. Scendo perciò sul personale: apprezzo l’offerta umanitaria di Nogarin, erede di una tradizione livornese di porto aperto dalle leggi livornine in poi; anche se sia lui che tutti noi sappiamo benissimo che si è trattato di un impegno platonico, una dichiarazione di principi; visto che non è certo il sindaco a disporre dell’apertura o della chiusura di un porto a una nave. Un Beau Geste, insomma, a costo zero se non qualche mal di pancia all’interno del M5S. E tanta visibilità: che potrebbe tornare utile l’anno prossimo, quando ci saranno le elezioni europee e il M5S deve mettere in corsa candidati visibili e credibili. Punto.

[hidepost]

Ho premesso di non fare politica e non la faccio. Invece scendo, per poche righe, su un tema sul quale sono personalmente più ferrato: i grandi gommoni con i quali grappoli umani di migranti lasciano le coste libiche. Li avete visti come me alla TV: informi salsiccioni artigianali, senza carena se non un telo gommato, con ridicoli motori fuoribordo da pochi CV che, con quei carichi e quelle linee d’acqua, possono fare poco più di 3 o 4 nodi, se non si sfasciano prima perché sono incollati alla peggio. Significa che la traversata verso la Sicilia, meta dichiarata, richiederebbe almeno tre o quattro giorni (e notti) ammesso che il mare rimanesse piatto. Chi va per mare fa presto a capirlo.

E allora? Allora non ci raccontino che quelli sono mezzi di migranti destinati alla traversata, come erano fino a qualche anno fa i pur sgangherati pescherecci che approdavano in Sicilia, a Lampedusa, a Pantelleria, spesso al prezzo di immani tragedie. Questi sono soltanto pseudo-taxi per uscire dalla costa, fare qualche miglio trascinandosi fino a qualcuno che, preventivamente avvertito, li raccolga. C’è un business, dietro? C’è solo l’afflato umanitario di quelle decine di grandi navi, ottimamente attrezzate, che “salvano”?

Doppio punto e stop. M’intendo di gommoni, non di altro. E come diceva Apelle al calzolaio, faccio mio il suo sarcastico invito. Sutor, ne ultra crepidam!

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
16 Giugno 2018

Potrebbe interessarti

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio