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Tre uomini in barca ma in sedia a rotelle

VIAREGGIO – Ci sono le grandi traversate oceaniche alla vela, e ci sono le grandissime traversate che sul piano delle miglia sono poco più che una passeggiata, ma che a seconda di chi le compie valgono più di una transatlantica. È il caso dell’impresa compiuta nei giorni scorsi da tre atleti in sedia a rotelle che con una barca a vela appositamente attrezzata sono partiti da Bocca di Magra ed hanno veleggiato fino al porticciolo dell’Ardenza, dove lo aspettavano un gruppetto di amici.

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Un’impresa, dunque, che non ha niente di eccezionale se non la voglia di mare, di vela e di vivere di tre amici che hanno avuto l’identica sfortuna di perdere la mobilità delle gambe per incidenti stradali in gioventù. La barca, il “Cadamà”, rimarrà fino alla fine di settembre al porticciolo dell’Ardenza, dove i tre giovani incontreranno amici e supporter. Tra l’altro Igor Macera, uno dei tre, si sta preparando come skipper del “Cadamà” per il trofeo Mariperman che la Marina Militare organizza ogni anno a La Spezia verso la fine di settembre.

Dei tre atleti, Igor Macera è probabilmente il più noto per la poliedricità dei suoi interessi sportivi. È “nato” alla vela alla scuola di Beppe Fissore all’Assonautica di Livorno, dove ha regatato a lungo, con ottimi risultati, sui monotipi olimpici 2.4rM, classificandosi primo in svariate edizioni della settimana delle regate dell’Accademia Navale. Ultimamente Igor si è dedicato anche a un’altra passione: il volo a vela, con gli alianti appositamente attrezzati, senza però abbandonare il mondo delle barche.

Marco Rossato, viareggino di adozione, è istruttore velico, fondatore del Sailability Onlus ed è stato protagonista di imprese veliche di gran lunga più impegnative, come la circumnavigazione a vela della penisola, da Venezia alla Liguria: un viaggio impegnativo e nello stesso tempo entusiasmante, che Rossato intende ripetere ancora. Ma il suo sogno nel cassetto è la transatlantica a vela in solitario. “Ci sto lavorando – ha dichiarato agli amici – e non intendo rinunciare”.

Il terzo protagonista dell’avventura è il proprietario dell’imbarcazione “Cadamà” Andrea Brigatti: anch’egli un appassionato della vela, che ha meticolosamente attrezzato il suo scafo per renderne le manovre compatibili alle condizioni sue e dei suoi amici in sedia a rotelle.

Cadamà, oggi definita la più grande barca a vela senza barriere, nasce nel 1971 nei Cantieri Navali di La Spezia Beconcini da un progetto del celebre Laurent Giles.

Lunga 22 mt e larga 5, pesca 2,30 metri ed ha una stazza di 48 tonnellate. È un ketch in legno (mogano per l’opera viva, iroko per l’opera morta e teak per la coperta) dalle linee filanti, estremamente confortevole e spazioso pur mantenendo la sua eleganza.

Dotato di una cabina armatoriale a tutto baglio con tre letti e bagno annesso e due cabine ospiti con loro bagno può portare un massimo di nove ospiti e tre persone di equipaggio con la loro cabina a prua.

Creata per il Tycoon Buticchi è oggi la prima barca a vela senza barriere storica, completamente accessibile garantendo la fruibilità in navigazione fino a quattro persone in seggiola a rotelle.

Caratteristica principe di Cadamà è quella di permettere a persone con disabilità fisica di godersi la navigazione in modo attivo permettendo loro di stare alle manovre mediante una serie di gusci – sedile  che ne garantiscono stabilità e sicurezza.

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Pubblicato il
11 Settembre 2019

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