Se produrre è necessario per la libertà

Guido Nicolini
LIVORNO – Il ringraziamento di Guido Nicolini al Governo nazionale, che riportiamo qui a fianco, non va preso per il suo peso politico, che pure certo avrà: ma va considerato, a quanto ci sembra, come un invito a fare il passo ulteriore richiesto con forza crescente da tutti coloro che vivono di produzione e di export. Ovvero: riprendere a produrre.
La lotta contro il Covid-19 è certo sacrosanta: e la chiusura totale dell’Italia, caso unico in Europa com’è unico in negativo il totale delle vittime, va presa con serietà, essendo suffragata dalla scienza della medicina.
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Ma non possiamo ignorare il cinico eppur realistico giudizio di chi va dicendo in questi giorni che stiamo rischiando, come Paese, di salvarci dalla morte per Covid per poi prepararci alla morte per fame. In un mondo globalizzato com’è quello d’oggi, il non seguire le regole generali è pericoloso: e oggi vediamo che tutti i Paesi, anche i più rigorosi nella guerra al Covid-19, continuano a produrre e ad esportare. Che l’Italia stia finalmente riaprendo i magazzini e si prepari a fornire i propri prodotti al mondo è un buon segnale: ma non è la panacea, non è la soluzione finale. Bisogna riprendere a produrre dice la Confindustria, bisogna tornare sui mercati dicono le migliaia di piccole imprese soffocate dal lockdown. Altrimenti diventiamo a rischio di proporci come prede economiche: colonizzati, acquistati a prezzi di saldo, svenduti. Perché se un tempo la colonizzazione si faceva con le armi in pugno, oggi si fa con quell’arma ancora più potente e universale che è il danaro. Che non ha coscienza civica, non ha colore, non ha etica. Pecunia non olet dicevano già duemila anni fa a Roma. Non ha odore, certo. Ma può distruggere le libertà di un paese peggio delle legioni o delle panzer division en d’un tempo più recente.
A.F.
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