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Il coraggio – I simboli – La Fede

LIVORNO – I simboli nell’epoca in cui tanti, troppi simboli traballano. La leggiamo così, insieme a un grande impegno di devozione cristiana rappresentato dal libretto con la preghiera per la nascita di una nave, la cerimonia di sabato scorso con il battesimo dei tre rimorchiatori Neri, i più moderni e tecnologici del Mediterraneo. Una cerimonia, almeno tre simboli: quello del coraggio imprenditoriale di chi non aspetta che sia lo Stato a investire nel progresso; quello della conferma di una famiglia di volere (e potere) far qualcosa per questa città troppo spesso in sofferenza; infine quello prettamente navale, di essere sempre tra i primi sia per i mezzi di servizio, sia per gli uomini (e le donne) dell’impresa. Piero Neri, nel giorno del suo compleanno, s’è fatto un regalo, i tre rimorchiatori: ma non ha parlato del suo crescere, bensì della crescita del porto, della città, anche dell’Italia. Con qualche altro simbolo, non da tutti ben compreso: il dono ai tanti presenti di una cravatta e di una mascherina nobilitate dal simbolo della sua flotta. Una cravatta quando più nessuno porta (anche tra le autorità presenti latitava)? Certo: un richiamo alla tradizione, ai valori di un aplomb che nei Neri non è mai mancato: e anche un invito indiretto a far parte di una squadra che si è negli anni estesa anche oltre il Mediterraneo ma non ha mai tradito l’essere livornese. Così la mascherina l’abbiamo letta come un richiamo all’attualità, a fianco della cravatta simbolo della storia: tutti insieme, con forza e con coraggio.

Il coraggio è stato tra i leitmotiv dell’intervento di Piero Neri: intervento insolitamente lungo, segno dell’importanza del momento per un imprenditore solitamente schivo e misurato. Coraggio del suo gruppo a continuare a investire in tempi di profonda incertezza, coraggio a prepararsi alle sfide ormai prossime delle gare imposte dalla UE nei porti, coraggio nel dare spazio, responsabilità e forza ai giovani. Piero e Gabriella Neri sabato erano circondati da almeno tre generazioni di famiglia, tutte impegnate, tutte preparate, tutte orgogliose della giornata e dell’azienda.

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Altri simboli? Le madrine delle tre belle navi: Gabriella Poli in Neri, ovviamente, per il “tug” a lei intestato; la consorte del sindaco Salvetti Nicoletta Landi e Vivalda Brusco, consorte dell’ammiraglio Brusco, già comandante generale del Corpo delle Capitanerie, allievo prediletto del riformatore del Corpo il compianto ammiraglio Francese, uomo brillante, preparato e anche simpaticamente ironico. Gabriella a simboleggiare l’azienda, Nicoletta la città, Vivalda il corpo militare che sovrintende al mare e alla sua sicurezza.

Sull’intera cerimonia, aleggiava quello che per Piero e per molti di noi è stato il primo dei simboli degli uomini di mare, il richiamo alla Madonna di Montenero protettrice dei marinai. Buon vento, davvero.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
19 Maggio 2021
Ultima modifica
21 Maggio 2021 - ora: 12:54

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