Crociere, troppe regole non uniformi
CIVITAVECCHIA – Il business delle crociere è tra i più colpiti dalla pandemia mondiale: e si trascina dietro, in una catena di conseguenze spesso drammatiche, tutto il comparto turistico che operava in catena. Dai siti delle varie compagnie di navigazione, in particolare quelli delle primarie sul mercato nazionale, arrivano rassicurazioni sulla sicurezza a bordo, che è diventata ossessiva grazie a protocolli estremamente rigorosi. Ma la clientela, malgrado tutte le preoccupazioni, ancora latita. E la catena del lavoro, a partire dalle aree specializzate alle agenzie marittime, ne risente pesantemente.
È giustificata la preoccupazione degli utenti? Secondo gli esperti, oggi una nave da crociera moderna è uno dei siti più sicuri contro la diffusione della pandemia: sia per i controlli pre-imbarco, sia per quelli a bordo. Ma ci sono anche problematiche legate alle differenze di normative a seconda dei paesi toccati dalle navi: e anche a seconda delle loro bandiere. Un esempio: per imbarcarsi sulle navi italiane o comunque che operano sul mercato nazionale in Mediterraneo occorre aver completato il ciclo vaccinale o avere la dichiarazione di essere guariti: non basta il tampone, che comunque può essere richiesto all’imbarco. Non sono più ammessi a bordo bambini sotto i 12 anni. Le escursioni a terra sono attentamente controllate: e sia MSC che Costa richiedono una assicurazione anti-Covid.
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Alle difficoltà pratiche legate alla pandemia, si stanno aggiungendo per gli operatori, a quelle create da legislazioni diverse a seconda della nazionalità e delle bandiere di armamento. Anche Confitarma si è attivata per chiedere al Governo di farsi promotore di incontri con gli altri paesi europei marittimi allo scopo di studiare normative comuni e possibilmente semplificate: visto che il comparto crociere è importante per il PIL di tutti i paesi toccati dal mare.
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