Salone di Genova da domani
GENOVA – Ci siamo: il Salone Nautico della verità sta per cominciare nei locali della Fiera, con un misto di soddisfazione per l’andamento del mercato in questi mesi del 2022 ma anche con le realistiche preoccupazioni per la recessione economica in atto, che fa ipotizzare un 2023 a “cinghia dei pantaloni tirata”.
I fatti: la 62° edizione del Salone Nautico di Genova si apre domani 22 settembre, e chiude il lunedì successivo 26, in contemporanea o quasi ai primi risultati delle elezioni della domenica 25.
Non si sa bene quanto la giornata elettorale potrà influire sul numero dei visitatori, che per tradizione si concentra nelle domeniche.
Ma le preoccupazioni sono più che altro sull’andamento delle vendite per il settore della nautica medio-piccola, quella dei gommoni, dei motori fuoribordo senza patente e dei motoscafi nel range dei natanti: un settore che risente delle preoccupazioni delle famiglie per l’andamento della crisi che anche quest’anno ha avuto vari problemi, specie di consegne.
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Se guardiamo le cifre a consuntivo, sui fatturati non ci dovrebbero essere timori. Il direttore di Confindustria Nautica 👤 Marina Stella ha riferito, nella conferenza stampa di presentazione del salone, consuntivi da libro dei record. In particolare ha tirato l’export nel mondo da marzo ad aprile scorso per 3,3 miliardi di euro: un segnale di proseguo del periodo d’oro visto che il 2021 si è chiuso con un fatturato in crescita del 30% e un buon portafoglio d’ordini. Stefano Cecchi, presidente di Confindustria Nautica, ha orgogliosamente sintetizzato il salone ormai prossimo con pochi ma significativo dati: 200 mila metri quadrati di aree espositive totalmente prenotate, oltre mille barche tra terra ed acqua, quasi mille brand presenti, 168 novità vere e quasi il 40% dei biglietti già venduti on line una settimana prima dell’apertura.
Insomma, se è vero che finché la barca va, dovremmo essere a posto perché sta andando.
Prescindendo da “quale” tipologia di barche sta davvero andando.
Facendo il fatturato.
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Fin qui il dolce. Ma c’è anche chi ricorda l’amaro.
L’aumento e la carenza di certe materie prime ha già portato ad annunci di costi più alti, in qualche caso molto di più. Poco importa per la grandissima nautica (quella che poi gonfia il fatturato dell’export) ma per chi sogna il gommone di 5 metri con un fuoribordo adeguato sapere che dovrà sfiorare il costo di un mini-appartamento non è certo un incentivo. E anche l’ultimo annuncio del governo Draghi di un aumento dei canoni demaniali non aiuta certo il comparto, visto che dovrà riflettersi necessariamente sul costo dei posti d’ormeggio.
In sostanza, la passione c’è, la voglia di barca cresce e dopo anni di privazioni forse anche ci sono le risorse: ma la fiducia nel domani?
Tra una settimana lo verificheremo.
(A.F.)
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