Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

L’Italia verso l’inferno della Turchia

ROMA – Il tragico sisma che ha messo in ginocchio Turchia e Siria ha attivato una corsa di solidarietà mondiale non solo a parole.

Sono partiti nella notte di mercoledì i primi voli di aiuti umanitari stanziati dall’Italia diretti alle zone più colpite.

I primi velivoli sono stati un P180 e due C130 dell’Aeronautica Militare con a bordo personale specializzato della Protezione Civile e delle Forze Armate e materiali di soccorso: prima parte del programma di aiuti urgenti messo a disposizione dall’Italia per offrire assistenza e aiuto alle unità turche impiegate nelle operazioni di soccorso nella provincia meridionale turca di Kahramanmaras, la più colpita il 6 febbraio dalle violente scosse di terremoto.

[hidepost]

Segue via mare la nave da sbarco “San Giorgio” della Marina Militare, che è attrezzata anche con un forno ospedale di bordo e che ha imbarcato mezzi di trasporto, attrezzature di primo soccorso, viveri e tende.

La nave dovrebbe attraccare a Iskenderun ammesso che le strutture portuali siano state rimesse in efficienza. Altra ipotesi è il porto di Andalya, più ad Ovest.

Come spiegato dal ministro 👤 Guido Crosetto in una nota, 🗣 “la Difesa sta seguendo con apprensione i drammatici aggiornamenti sul sisma e, in coordinamento con la Protezione Civile, sta mettendo in campo tutte le sue disponibilità di mezzi e personale per aiutare le popolazioni colpite dal terribile sisma”. Il ministro ha anche aggiunto la vicinanza 🗣 “alle popolazioni colpite dal terribile terremoto in Turchia e Siria”.

Il ponte aereo attivato e coordinato dallo Stato Maggiore della Difesa proseguirà con l’invio di ulteriore personale, tra cui specialisti sanitari, e con il programma di nave “San Giorgio”. La nave può imbarcare fino a mille tonnellate di materiali vari, ha un equipaggio di quasi 300 uomini, è dotata di mezzi da sbarco veloci e quattro elicotteri.

[/hidepost]

Pubblicato il
11 Febbraio 2023
Ultima modifica
13 Febbraio 2023 - ora: 12:23

Potrebbe interessarti

Proposta dal Bureau Veritas Italia come strumento di garanzia

“Safe container”, una certificazione

Per ridurre i costi della sinistrosità, 6 miliardi di dollari all’anno, l’attestato di sicurezza - Ogni 5 anni i controlli sui Teu dry e ogni 2,5 anni, per quelli cisterna per merci pericolose

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio