Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Dogana Livorno, valzer ai vertici

Nella foto: Il palazzo della Dogana di Livorno all’ingresso del Porto Mediceo.

LIVORNO – È vero, la coperta è spesso troppo corta: e negli enti pubblici più operativi, quelli dove il lavoro è più che quotidiano, la carenza di organici diventa spesso drammatica. L’esempio all’eccesso è di questi giorni negli uffici della Dogana di Livorno: mancano non solo gli addetti al lavoro al “bancone” – se così ancora si può chiamare – ma addirittura i vertici. 

Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un turbillon di direttori che non ha mai avuto eguali: nel giro di una settimana è stata nominata la nuova direttrice della Dogana livornese, la dottoressa Alessandra Santillo da Firenze, che però non ha avuto nemmeno il tempo di insediarsi: subito trasferita ad altro incarico, peraltro importante e prestigioso, la direzione regionale delle dogane di Campania e Calabria. Chi a Livorno si apprestava a festeggiare – la dottoressa Santillo è considerata una delle dirigenti più brillanti ed attive tra i dirigenti doganali, apprezzata sia dai vertici che dai dipendenti – c’è rimasto molto male. Anche perché per rimediare il… salto della quaglia non si è riusciti a far meglio di spostare con incarico provvisorio, ad interim con la dogana di Firenze che è già anch’essa sotto organico, un altro dirigente, il dottor Giovanni Parisi. Che dovrà fare le acrobazie per dividersi tra le due destinazioni.

[hidepost]

La “toccata e fuga” della Santillo ha portato alla luce anche al di fuori degli ambienti più vicini la carenza di organici della dogana livornese. Nei giorni scorsi, sollecitato dal personale, anche il prefetto ha dovuto intervenire: con una nota sia alla Presidenza del consiglio, sia al Ministero competente, mi ha chiesto che venga attivata con urgenza una procedura – peraltro prevista dalle norme – per il trasferimento in dogana di personale degli enti pubblici che ne facciano domanda. Un “atto di conciliazione”, si chiama in gergo. Ma in ogni caso richiederà del tempo, ammesso che a Roma rispondano. E intanto in porto si stanno facendo acrobazie, anche in relazione al ritorno di quote di traffici in crescita. 

(A.F.)

[/hidepost]

Pubblicato il
6 Maggio 2023

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio