Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Imprenditore agricolo professionista, più tempo per dimostrare i requisiti

ROMA. Per il riconoscimento della qualifica di “imprenditore agricolo professionale” (Iap), è stato modificato il testo originario e ora nei primi cinque anni dalla presentazione dell’istanza non sono richiesti i requisiti di reddito da attività agricole previsti dal testo originario. I nuovi imprenditori agricoli hanno così un po’ più di tempo «per raggiungere la soglia reddituale necessaria». La novità è inserita nel disegno di legge sulla semplificazione per le imprese, adottato in consiglio dei ministri: con l’articolo 23 è stato cambiato il decreto legislativo n. 99 del 29 marzo 2004.

La proposta per modificare la norma di 21 anni fa era stata avanzata dalla senatrice Maria Nocco (Fratelli d’Italia), esponente della commissione bilancio del Senato: aveva presentato un emendamento al Dl Economia, che aveva – spiega la parlamentare – l’obiettivo di superare le difficoltà riscontrate da chi avvia un’attività agricola, in particolare nel caso di ordinamenti produttivi a lungo ciclo o in presenza di eventi climatici eccezionali.

«Con questa norma – dichiara la senatrice Nocco – si risponde a un’esigenza concreta manifestata da tanti giovani imprenditori e da chi vuole investire in agricoltura, ma si scontra con tempi tecnici di avvio dell’attività incompatibili con i limiti temporali oggi previsti per ottenere la qualifica di“imprenditore agricolo professionale”».

Nocco, che aveva dalla sua anche il pressing delle associazioni di categoria, ha ringraziato il governo e il ministro Francesco Lollobrigida. «È una misura di buon senso che non comporta nuovi oneri per la finanza pubblica ma ha un grande valore per il comparto agricolo, perché favorisce l’insediamento di nuove imprese, il ricambio generazionale e il presidio delle aree rurali e interne».

Pubblicato il
11 Agosto 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio