Valerio Fabiani seguirà per Giani il fronte caldo delle crisi aziendali
Confermato al fianco del presidente come consigliere speciale

Valerio Fabiani consigliere
FIRENZE. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha confermato l’incarico a Valerio Fabiani, 41 anni, originario di Piombino: anche in questo mandato bis di Giani sarà “consigliere speciale al lavoro e alle crisi industriali della Regione Toscana”. «Ringrazio il presidente Eugenio Giani per avermi voluto ancora al suo fianco», ha detto via social Fabiani.
Fabiani è un dirigente del Pd (membro della direzione nazionale Pd): ha alle spalle gli anni dell’ascesa a Piombino, che l’ha visto agli inizi del decennio scorso assumere la responsabilità di segretario della federazione Pd della zona Piombino-Elba e, successivamente, sette anni fa, diventare il numero due dei dem a livello regionale, per essere poi nel 2024 esser eletto in consiglio comunale a Firenze.
Come detto, nell’ultima legislatura aveva dato supporto al presidente Giani sulle crisi aziendali. Più precisamente, i suoi compiti hanno riguardato anche «i processi di reindustrializzazione, gli interventi propedeutici a prevenire le crisi, l’osservatorio sul mercato del lavoro e occupazione, gli interventi sul mercato finanziario e politiche di supporto creditizio agli investimenti, il monitoraggio di potenziali interventi e investimenti sul territorio regionale, le aziende partecipate». Vedremo se nello specifico il nuovo incarico ricalcherà esattamente quello precedente anche in questi particolari o no.
«Terminati tutti gli adempimenti formali del caso – dice Fabiani – mi rimetterò immediatamente a lavorare attorno alle numerose vicende sui cui è richiesto il nostro intervento». Aggiungendo poi: «In questi giorni ho avvertito attorno a me e attorno al lavoro che abbiamo fatto nei 5 anni precedenti grande attenzione, stima, fiducia e l’aspettativa di poter proseguire a lavorare insieme». Dopo aver speso una serie di ringraziamenti, segnala che «il nostro impegno prosegue per:
- la difesa del lavoro e del nostro tessuto produttivo.
- il contrasto alla deindustrializzazione che impoverisce i territori e la democrazia.
- la difesa di lavoratrici e lavoratori su cui si scarica spesso tutto il peso delle contraddizioni che ormai caratterizzano il nostro modello di sviluppo.
- Il sostegno alle le imprese che investono e che lo fanno senza smarrire il principio sacro della responsabilità sociale d’impresa.
- la Toscana».











