Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

“Sistemi” portuali, economici o no?

Pietro Spirito

LIVORNO – Navigazione a vista: si diceva così, tanto tempo fa, per indicare il procedere per mare a naso, o anche peggio. E a sentire certi esperti di diritto marittimo – leggi anche le recenti interviste al professor Francesco Funari nemmeno una settimana fa – il governo sulla parte marittima vive alla giornata, senza sapere bene che fare.

[hidepost]

Diciamoci subito una cosa, per amor di verità: le intemerate di Bruxelles non aiutano. A novembre la commissione europea ha tirato una cannonata – speriamo si riveli a salve: ma sempre cannonata è – sulle Autorità di sistema italiane, contestando i finanziamenti a quella di Napoli come “aiuti di Stato”. Vicenda nota, che ha innescato un polverone ancora in pieno corso. AdSP come enti privati, come Spa, o come enti pubblici istituzionali? Secondo il ministro del MIT Toninelli (risposta a un’interrogazione parlamentare) la UE è andata fuori dal seminato. Piero Spirito, presidente dell’AdSP di Napoli, Salerno e Castellamare, è sceso nell’agone sostenendo la tesi che le Autorità diventino ente pubblico economico, e non come oggi “non economico”. Una tesi condivisa da molti. Ma più che altro, una tesi cui andrebbe data una risposta prima possibile, perché siamo alla fine di un anno, con il varo dei bilanci da parte dei “sistemi” e in particolare con tutta una serie di impegni che a seconda di quale tesi prevalga – ente pubblico economico o non, Spa o qualcosa a mezza strada – possono veder annullati gli interventi dello Stato per le opere più importanti. L’incertezza non paga, anzi rischia di costare. E siamo in un momento cruciale anche per le tante scelte strategiche che si prefigurano: specie quelle legate all’offensiva della Cina sui porti (Il Sole-24Ore scriveva pochi giorni fa di Vado Ligure cinese e di Venezia anch’essa “comprata” dalle tigri dell’ex Celeste Impero. Di più: ipotizzava “un occhio d’interesse su La Spezia e Livorno”). Sia chiaro che in un mondo globalizzato certe operazioni non devono scandalizzare: ma aiutarci a capire come, quando e perché dovrebbe essere doveroso. Anche per noi che dobbiamo necessariamente subirle.

Auguri e buon Natale.

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Dicembre 2018

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora