Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Portualità con una visione

PALERMO – Sono stati tanti a parlare, come in tutte le occasioni nelle quali ai tecnici si aggiungono i politici. Ma alla fine, nel meeting di Palermo dedicato a “Noi, il Mediterraneo”, alle orgogliose riaffermazioni di Pasqualino Monti sulla centralità del “suo” scalo, si sono aggiunte quelle dei portavoce del governo e delle istituzioni.

Ovvero: la riforma della riforma portuale è mettere le mani in un vespaio, ma è indispensabile e urgente.

Di più: non ci sono voci diverse e contrasti di visione sulla riforma all’interno del governo, ma una linea comune. Insomma, la visione c’è.

Ed è quella che sia in un’altra occasione Salvini, sia nei giorni scorsi a Palermo Rixi, hanno fatto capire.

*

Proviamo a capire anche noi?

Nella sostanza, il sistema dei porti italiano ha troppe articolazioni, dipende da troppi ministeri, ed è un “ircocervo”, ovvero una creatura a metà pubblica nazionale e regionale (con intrusioni anche del Comuni sul vitale sistema dei waterfront) e a metà dipendente da normative europee e qualche volta mondiali.

In questo guazzabuglio, molte Authority sono diventate – o stanno diventando – enti eminentemente burocratici, dove si gestisce il piccolo o grande potere locale, più che altro attenti a non esporsi personalmente alla spada di Damocle dell’“abuso di ufficio”.

Da qui, la sostanza: riformare i porti, senza riformare anche alcune normative che riguardano i pubblici poteri, sarebbe insufficiente.

[hidepost]

*

Due affermazioni, nel guazzabuglio di quelle che circolano, sembrano avere sostanza: la prima è quella del ministro del MIT che ha previsto il commissariamento delle AdSP per poter avviare la riforma. La seconda è quella di Rixi che ha ventilato la possibilità di una ricetta alla spagnola, sia pure semplificata, con la partecipazione più attiva – e con alcuni poteri – degli “investitori” privati, ovvero dei grandi gruppi terminasti e armatoriali. Meno pubblico, che deve rimanere a garanzia (ammesso che sia capace), più economia reale. 

Sono affermazioni concrete, sottoscritte e codificate.

Che poi si rivelino “fake news” è da vedere. Ma la visione c’è. 

(A.F.)

[/hidepost]

Pubblicato il
29 Novembre 2023
Ultima modifica
30 Novembre 2023 - ora: 18:58

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio