Containers, nuova caduta e le compagnie “tagliano”

Molte razionalizzazioni per l’eccesso di stiva e per il prossimo arrivo di nuovi giganti del mare – I segnali dai vettori cinesi

Emma Maersk

LONDRA – Nessuno poteva illudersi che il ritorno della crisi internazionale, con la stretta ai consumi e i “rumors” su catastrofici bagni di sangue nelle economie occidentali, passasse senza conseguenza per lo shipping e in particolare per i traffici containers.

Il bagno di sangue, dopo le speranze d’inizio 2011 su una possibile ripresa dell’economia, sta facendo già le proprie vittime. Le più significative: Safmarine incorporata in Moller-Maersk (con la chiusura degli uffici della prima), Hapag-Lloyd che fa cassa con la vendita della trasportistica terrestre in Germania, Evergreen che razionalizza mollando Taranto e trasferendosi (temporaneamente?) al Pireo, Zim che ha finito di spazzar via quello che rimaneva a Livorno della sua antica e tradizionale “toccata” ma che non riuscirebbe ancora a pareggiare i conti a Genova, Cma-Cgm che nel razionalizzare ha utilizzato Delmas per OT-Africa, eccetera. E siamo, secondo le analisi degli specialisti del Lloyd’s Register, solo alla punta dell’iceberg.

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