Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il timore? Analisi e magistratura

LIVORNO – Avete presente il retrogusto? Quello che si avverte proprio dietro la facciata, quel che di indefinibile che però a volte rimane più a lungo, e magari diventa più impregnante in seconda e terza analisi?

[hidepost]

Mi direte: che c’entra? Eppure c’entra: perché mutatis mutandis su tutte le vicende connesse ai dragaggi portuali, sembra esistere benché inconfessato – o confessato solo in parte – un retropensiero che è peggio dei freni a disco: il timore di una magistratura che sul tema si è scatenata e si scatena appena sente odor di escavi.

A Livorno ne abbiamo avuto qualche esempio, compreso il sequestro – temporaneo, ma non meno traumatico – della vasca di colmata, con relativa pioggia di indagini e rinvii a giudizio. Ma non è un caso raro, è solo un esempio di quanto sta avvenendo in mezza Italia. Tanto che salvo pochi coraggiosi – o incoscienti – non c’è istituzione pubblica che su dragaggi e conferimenti dei fanghi non abbia azionato i freni a disco; e lo stesso non abbiano fatto, stiano facendo e probabilmente continueranno a fare, anche le istituzioni centrali, ministeri compresi. Tanto che l’intero comparto appare come congelato, a differenza di quanto avviene nella maggior parte degli altri paesi industrializzati, dove escavi e utilizzo dei relativi fanghi fanno parte di una catena economica ben delineata e che marcia a tutto vapore, esattamente come la logistica richiede.

Intendiamoci: nessuno intende dare ai magistrati o ai NAS l’etichetta di fanatici della difesa ambientale o di visionari alla ricerca di un mondo vergine. Il problema sta nel manico, cioè nelle leggi in materia: che nella patria del diritto, non seguono strade diritte, ma solo tortuose, complicatissime, aperte a svariate interpretazioni e troppe volte non decifrabili o contraddittorie. Con cento sovrapposizioni: disciplina dei dragaggi portuali, disciplina dei siti Sin, disciplina dei conferimenti, disciplina delle analisi, eccetera eccetera. Un guazzabuglio.

Con il risultato che la soluzione più semplice è quasi sempre quella dello scellerato proverbio: chi non fa non falla.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
24 Dicembre 2011

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora