Assoporti e la corsa al dopo Nerli
ROMA – Nessuno tocchi le Autorità portuali: è l’immediata replica di Luciano Guerrieri alla Spediporto. Viene in mente: chi tocca muore, oppure nessuno tocchi Caino. E Guerrieri, come scriviamo accanto, non è solo il presidente dell’Authority di Piombino ma anche il vicepresidente di Assoporti, cioè l’organo associativo di tutte quelle italiane.
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Risparmiatemi l’impegno di entrare nel merito della diatriba: Guerrieri ha esposto le sue ragioni, e come disse Antonio di Bruto nell’orazione funebre di Cesare, Guerrieri è un uomo d’onore. In quanto alla pasionaria Oliaro, non è certo la prima che chiede di ridurre le troppe Authorities portuali. Probabilmente con lo stesso successo che hanno coloro che chiedono di cancellare le Province, di tagliare le prebende dei politici o di ridurre l’affollatissimo parlamento italiano. Ci provano, a fronte di un’aula (parlamento) sorda e grigia.
C’interessa più in questo momento quanto succede all’interno di Assoporti: dove qualche giorno fa c’è stato un altro vertice per preparare la successione al presidente Francesco Nerli, ormai sullo scivolo per sua stessa dichiarata volontà dopo i mal di pancia di una parte dell’associazione. Si è scoperto – mi raccontano – che la presidenza di Assoporti all’improvviso ha una serie di candidati sempre più lunga e variegata, da destra e da sinistra.
Qualche nome? Vi dico quelli che circolano, più o meno sottovoce: Pasqualino Monti di Civitavecchia, che avrebbe i suffragi in particolare (ma non solo) dei contestatori della gestione Nerli; ma anche il presidente di La Spezia senatore Lorenzo Forcieri, stimato a destra e a sinistra (da cui proviene); e il presidente di Cagliari, anch’egli senatore Piergiorgio Massidda, che viene da destra ed è ugualmente considerato uno dei giovani più aperti al confronto e al dialogo. Lo stesso Luciano Guerrieri, che è vispo e inoltre uomo del dialogo (l’ha sempre tenuto aperto con il governo) ha i suoi sponsor.
Basta così? Sarebbe troppo facile. Qualche gola profonda parla di una candidatura (o autocandidatura, non ho capito bene) anche di Giuliano Gallanti, attuale presidente dell’Authority di Livorno. Che di numeri ne avrebbe parecchi, compreso l’aver presieduto la più vasta associazione dei porti dell’Europa: ma non si sa quanti voti raccoglierebbe tra i suoi colleghi, i quali sottolineano con un filo di malizia che la sua grande esperienza è anche dovuta a un’età in cui si dovrebbe forse pensare più ai nipoti che alle presidenze. E siccome anch’io ho la stessa età, posso dar loro ragione ma ovviamente me la prendo a male.
A.F.
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