L’incapacità di fare squadra e la fuga dei containers vuoti – Il sogno del centro servizi – Ferrovie e crociere, occasioni perse
LIVORNO – Ha parlato forte e chiaro Gloria Dari, presidente della Spedimar labronica, nell’indicare le criticità del porto dove i principali traffici calano a fronte dell’aumento dei concorrenti. Ne abbiamo riferito sul numero scorso: ma val la pena di tornare su alcuni dei punti focali del suo intervento, riassumibili nell’incapacità di far squadra tra istituzioni ma anche tra privati.
Containers – Nel range dell’alto e medio Tirreno, ma anche del nord Adriatico, Livorno è l’unico porto che non registra aumenti di traffico e anzi ne soffre. Principale motivazione, la inadeguatezza dei fondali, la strettoia del Marzocco da anni in attesa di lavori, i costi dei servizi. Ma il problema vero è che non c’è spirito di cooperazione, in porto e nelle stesse istituzioni non c’è spirito di squadra, la burocrazia degli enti è un Molok che costa in termini di credibilità, di tempi operativi, di scelte. Livorno rischia di perdere anche – e non solo per la minaccia del P3 Network tra i tre più grandi armatori – i suoi storici collegamenti con il Nord America, proprio perché non offre economie di scala su tutta la catena logistica.
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