Dogane italiane, tempi e processi record ma nell’Ue ancora troppi porti “tolleranti”
ROMA – Sono due le notizie sulle quali la fine dell’anno ci invita a riflettere, entrambe riferite alla dogana nazionale. La prima, sottolineata in una recente intervista di Porto News dal professor Ennio Cascetta (RAM Logistica Infrastrutture & Trasporti) è nettamente positiva: grazie anche al pre-clearing attivo in 16 scali italiani e ai 19 fast corridors operativi, “per tempi e costi nei processi di import-export- ha detto l’amministratore unico di RAM – l’Italia ha raggiunto la 1° posizione nel mondo, con un balzo significativo dal 38° occupato nel 2014”.
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La seconda è meno positiva, ma si riferisce a normative che non dipendono solo dall’Italia. Viene anch’essa da un’intervista, quella apparsa pochi giorni fa su Il Sol-24 Ore al nuovo direttore dell’Agenzia per le dogane italiana Giovanni Kessler. Secondo il quale l’armonizzazione doganale europea è a metà del guado, sta provocando problemi di concorrenza più o meno occulta tra paesi più o meno “tolleranti” e non può che essere risolta creando un’unica Agenzia Doganale Europea. Kessler ha anche confermato che del problema si sta parlando in termini concreti nell’apposita commissione UE, riunita anche poco prima delle ferie di Natale. Ma la strada sembra ancora lunga perché in alcuni paesi Ue certe pratiche doganali “tolleranti” attirano ovviamente i traffici assai più di dove ci si attiene rigidamente alle norme. L’esempio citato da Kessler: “Gli Stati membri che hanno eseguito attenti controlli allo sdoganamento su tessili e calzature provenienti dalla Cina – ha detto – hanno ottenuto un aumento dei prezzi medi dichiarati all’importazione ma anche un calo dei volumi”. Perché ovviamente le merci sono andate a cercare dogane più “tolleranti”.
L’obiettivo di un’Agenzia doganale europea, con standard comuni e specialmente con una Banca Dati condivisa, è dunque l’elemento fondamentale perché si disinneschi questa guerriglia all’import che consente frodi legalizzate e costa molto anche sul piano della concorrenza alle merci italiane.
È stato anche fatto il punto sul tanto conclamato Sportello Unico Doganale. “In ambito Ue – ha sottolineato Kessler – solo l’Italia ha attivato lo sportello unico. Ma manca ancora uno degli elementi determinanti,cioè lo sportello unico doganale e dei controlli: con il quale poter effettuare, contestualmente allo sdoganamento, anche i controlli fito-sanitari e veterinari.” Da tempo si sta aspettando un decreto ministeriale ed hoc. Che difficilmente ormai, vista la chiusura delle Camere e l’affollarsi nell’agenda di Gentiloni & C. di altri decreti politicamente più urgenti, potrà avere priorità. Sperando, ovviamente, di sbagliarci.
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