NAPOLI – Sono stati rilevati quest’anno sulle coste italiane – pubblica “SoloVela” – ben 293 nidi di tartaruga marina 🐢🐢, il doppio rispetto allo scorso anno, e al termine del periodo di deposizione delle uova mancano ancora quattro settimane.
Lo riferisce Legambiente a seguito di un’elaborazione dei dati forniti da https://tartapedia.it/, che riceve le segnalazioni delle associazioni impegnate nelle attività di monitoraggio e sorveglianza delle uova di tartaruga nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest; e dei dati raccolti a sua volta dalla Guardia Costiera, che si occupa di tutelare i siti stessi.
Secondo gli studiosi, la ragione di questa proliferazione risiede nel surriscaldamento delle acque del Mediterraneo che sta spostando l’area di residenza di questo rettile sempre più nella zona occidentale del Mare Nostrum.
Tra le regioni italiane con più nidi di tartarughe marine c’è la Sicilia con 105 nidi, seguita da Calabria (86) e da Campania (43); ma anche nel centro-nord del nostro paese si segnala un aumento dei nidi, come in Toscana (12) e nel Lazio (11). A queste segnalazioni vanno aggiunti i profili nidi in zone costiere poco frequentate o inaccessibili, come quelle delle isole dei parchi naturali marini. Sembra che i nidi siano pochi invece in Adriatico, forse per l’eccessiva salinità dell’acqua.
Che il cambiamento climatico sia responsabile di questo fenomeno è sostenuto da Sandra Hochschied, ricercatrice della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e responsabile scientifico del progetto Life Turtlenest; che ha spiegato come questa estate è ripresa in maniera decisa la corsa delle tartarughe marine verso latitudini più settentrionali spinta dal cambiamento climatico. Il significativo aumento della temperatura ha reso adatti alla deposizione ambienti che solo qualche anno fa erano troppo freddi per questi rettili.
Secondo il rapporto ‘Climate change and interconnected risks to sustainable development in the Mediterranean’, pubblicato su Nature Climate Change, il Mediterraneo è tra i bacini che si stanno scaldando più velocemente sul pianeta, circa + 0,4 gradi per ognuno degli ultimi decenni, e proiezioni per il 2100 variano tra +1,8 e +3,5 in media rispetto al periodo tra il 1961 e il 1990. Ovvio che il nostro mare si riscaldi di più, in un’era di fine della precedente “piccola glaciazione”, essendo tra l’altro un mare chiuso tra terre molto calde, con uno scambio termico solo attraverso Gibilterra.
Il progetto Life Turtlenest – riferisce Legambiente – prevede una serie di azioni integrate che vanno dall’informazione alla sensibilizzazione delle comunità locali e degli operatori balneari, fino alla definizione di misure di salvaguardia.
Anche da un punto di vista economico il ritrovamento di un nido di tartaruga – si fa notare – rappresenta un fatto positivo, perché attira un tipo di turismo rispettoso dell’ambiente.