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LIVORNO: LA PROTESTA

La Cna accusa: ore di attesa per i tir nei terminal container

"Ora basta, l'autotrasporto applicherà un addebito da congestionamento"

LIVORNO. Tornano a farsi incandescenti i rapporti fra il porto di Livorno e la galassia dell’autotrasporto: colpa del fatto che in queste settimane si sono susseguite giornate di caos in porto, principalmente al Terminal Darsena Toscana («con code che arrivano fino al ponte dell’innesto della superstrada Fi-Pi-Li»). A denunciarlo è sono gli artigiani della Cna per bocca di Massimo Angioli, presidente di Cna Fita Trasporti: «Adesso basta, i maggiori costi dovuti ai ritardi al carico e scarico ai terminal contenitori non possono più essere assorbiti dalle imprese di autotrasporto e saranno quindi addebitati ai committenti».

La sede della Cna livornese in via Martin Luther King

Non è davvero la prima volta che accade, a più riprese negli ultimi anni le aziende artigiane dell’autotrasporto hanno aperto un fronte di lotta con l’Autorità di Sistema Portuale perché riuscisse a garantire un rimedio a questi ritardi che si traducono in costi extra per le imprese.

«Abbiamo già richiesto ufficialmente all’Autorità di Sistema Portuale la convocazione di un tavolo dell’autotrasporto – queste le parole del coordinatore di Cna Trasporti, Alessandro Longobardi – per affrontare una serie di tematiche che stanno devastando le imprese del settore, una vasta gamma di inefficienze logistiche in ambito portuale che hanno come punto di ricaduta negativa i trasportatori». L’organizzazione degli artigiani segnala che le aziende sono «al culmine della sopportazione economica e sociale»: i margini di guadagno sui viaggi «sono già bassissimi e qualsiasi imprevisto si tramuta in costi che non vengono ripagati da nessuno».

Adesso, però, «la musica deve cambiare».  Alla Cna non interessa più sapere «le cause di questi ritardi che arrivano anche a superare le tre o quattro ore: sono questioni che non ci competono, a noi interessa che le aziende di trasporto lavorino con i tempi regolari», dice Longobardi. «Se ci sono disservizi dovuti a congestionamenti, navi, picchi di lavoro, guasti, manutenzioni, vento o cos’altro – afferma – non devono ricadere sulle nostre imprese». Da tradurre così: «Il loro lavoro è quello di essere un servizio professionale di trasporto della merce, commissionato da un cliente; se i costi aumentano, aumenterà il costo del servizio, stop».

Ma Angioli rincara la dose: «Quello delle attese non è nemmeno l’unico problema che devono affrontare i trasportatori: è da aggiungere, ad esempio, la questione della gestione dei contenitori vuoti». Di cosa si tratta? «I terminal – sostiene – hanno ripreso a consegnare container inadatti al nuovo carico perché danneggiati, sporchi, maleodoranti o non totalmente vuoti; alla contestazione viene risposto di andarli a cambiare in altri terminal, con costi di trasporto e di tempi di guida che ricadono sempre sulle imprese. Questo non solo non è giusto, ma è contrario alla normativa che prevede che i vuoti siano consegnati già idonei. Anche questi costi dovrà pagarli la committenza, visto l’operato dei terminalisti».

Alessandro Longobardi, coordinatore di Cna Trasporti

Un ulteriore problema è rappresentato dalla questione dell’orario di lavoro dei terminal, un’altra ancora – viene sottolineato dal quartier generale dell’organizzazione di categoria – sono i problemi dei controlli del settore chimico e alimentare, insieme ad altre questioni di carattere burocratico e procedurale che comportano anch’esse tempistiche aggiuntive. «Il tempo per chi guida un camion – viene sottolineato – è un fattore cruciale per la sicurezza dei trasporti, in primis per sé stessi e poi per la collettività, ed  i tempi di guida sono inoltre una variabile che incide moltissimo sulla redditività dei viaggi». La Cna non vuole limitarsi alla protesta: chiede di «mettere al tavolo tutti i soggetti della filiera». Con un obiettivo: «si risolvano i problemi e non si debbano addebitare a nessuno le inefficienze logistiche», dice il fronte dell’autotrasporto artigiano («noi non vogliamo essere d’intralcio a nessuno, ma vogliamo rispetto per il lavoro che la categoria svolge»).

«”: certo non risolve le questioni logistiche, ma almeno allevia una parte delle spese dei trasportatori. Le aziende vogliono solo essere messe in condizione di lavorare. Bene che il porto di Livorno cresca, ma devono anche migliorare le condizioni di lavoro degli autotrasportatori».

Pubblicato il
4 Maggio 2025

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