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I tanti dolori dei riparatori livornesi

GENOVA – Davvero, sembra un controsenso: mentre in buona parte degli scali italiani si sta facendo il possibile per incentivare le riparazioni navali, il “buco nero” dei bacini di carenaggio livornesi continua a lasciare i problemi irrisolti.

Questa volta il tema è la gara per l’assegnazione del bacino galleggiante “Mediterraneo”: gara annunciata mesi fa dalla Port Authority, gara già approvata dal comitato portuale, ma gara che adesso ha trovato un nuovo intoppo. Nella fattispecie la mancata risposta del ministero competente alle infrastrutture a un quesito posto dall’Authority di Piccini proprio sulla legittimità della gara. Il problema, o meglio l’interrogativo posto da Piccini è se il bacino possa o no essere messo in gara, facendo parte del “pacchetto” regolato dagli accordi di Roma per il passaggio dell’ex cantiere Orlando al gruppo Azimut/Benetti. La risposta da Roma non è ancora arrivata (e non si sa quando e se arriverà). Morale, la gara è ferma. Con grande preoccupazione della Spa dei riparatori navali livornesi, che continuano a firmare contratti e a riparare navi (di questi tempi in banchina ce ne sono tre) ma non possono programmare campagne di acquisizione più significative proprio perché non sanno se il bacino “Mediterraneo” rimarrà in gestione a Benetti o andrà a loro o addirittura ad altri.

Dal punto di vista di Benetti, il “Mediterraneo” perderà rapidamente di importanza quanto più velocemente verranno completati i lavori al comparto Morosini, ovvero il dragaggio del canale di accesso al travel-lift ormai operativo e il banchinamento del lato sud della darsena. Per questi ultimi lavori l’Authority ha comunicato proprio nei giorni scorsi che la gara è stata vinta dalla Sales e che quindi si comincia. Ci vorranno circa 6 mesi. E forse in questo frattempo si riuscirà anche ad avere una risposta che faccia partire – o affossi definitivamente – la gara per il “Mediterraneo”…

A.F.


Pubblicato il
10 Aprile 2010

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