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La “sacra lista” gli sbarramenti e i sospetti

LIVORNO – Non prendiamoci in giro: di tutta la vicenda che adesso s’è aperta per la “governance” della riforma portuale, l’attenzione è concentrata sull’annuncio dato dal ministro Delrio sulla “lista” dei papabili alle presidenze delle 15 Authority.
[hidepost]E specialmente ai curricula, con le loro specifiche e i loro “sbarramenti”. Significa, in termini brutali: definire chi è papabile perché risponde alle caratteristiche che Delrio (e i suoi consiglieri) hanno inserito nel testo, e chi invece non può proporsi. Naturalmente, la scelta di scegliere gli sceglibili – scusate il bisticcio – da un elenco che si dovrebbe presumere esente da influenze partitiche di lobby e sarà esaminato dopo il 4 settembre – data di chiusura per la presentazione dei currucula – può essere lodata come atto di superamento dei vari “cerchi magici”, o circoli delle bocciofile degli amici degli amici. Ma nessuno nel mondo della portualità e dello shipping è rimasto così ingenuo da ignorare che l’elaborato di Delrio può a priori aprire le porte ad alcuni e chiuderle ad altri. Esempio banale: c’è o non c’è uno sbarramento di titoli necessari? Nel testo pubblicato ieri sul sito del MIT non sono indicate caratterstiche o sbarramenti. Che potrebbero tuttavia emergere in sede di esame da parte del ministro. Se si richiede, per esempio, una laurea che rispetti i comparti della logistica, molti ottimi candidati che invece non l’hanno – ma hanno maturato un’esperienza eccellente nel comparto – sono tagliati fuori. Altro esempio: se il ministro dovesse inserire uno sbarramento anagrafico, chi ha più degli “anta” deve ciucciarsi le dita, guardando con invidia colleghi più giovani e molto meno sperimentati che si fanno sotto. Un caso su tutti è quello di Giuliano Gallanti, presidente e oggi commissario di Livorno: l’anagrafe gli è pericolosamente nemica, se ci sarà il suddetto sbarramento: eppure Gallanti è unanimamente riconosciuto come uno dei migliori esperti nazionali, con una lunga militanza anche come presidente dell’associazione dei porti europei, rilanciato di recente anche come candidato (molto appetito) per il nuovo “sistema” di Genova e Savona. A casa perché è “vecchio”? Alla sua età Andrea Doria dava ancora la caccia – con ottimi risultati – ai corsari saraceni non disdegnando di comandare le sue galere. E il veneziano Sebastiano Venier nella battaglia di Lepanto alla venerabile età di 78 anni combattè con una corazza addosso malgrado i calli ai piedi lo costringessero a proteggerseli solo con pantofole di feltro (e infatti gli fu inchiodato al cassero della nave un piede, con la freccia di un giannizzero turco). Sul piano intellettuale, artisti e scienziati hanno dato il meglio alla soglia degli ottant’anni. Insomma, l’età può davvero essere un limite, o può diventare un alibi per far fuori qualcuno eliminandolo a priori dal combattuto agone?
Sono esempi, l’ho già scritto. E non ci resta che affrontare un esame analitico – se possibile scevro da malignità e da sospetti di parte – il documento di Delrio. Prometto che lo farò, anzi – se vorrete – lo faremo insieme. Intanto prendiamoci il coro dei “mi piace” che è fiorito. Un elemento positivo lo ammettono tutti, sembra esserci: il tira-e-molla che si presume sarà innescato con alcuni presidenti di Regione, sarà necessariamente limitato a chi rientrerà con i parametri del curriculum nella “sacra lista”. E’ già un passo avanti. Oppure no?

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Pubblicato il
6 Agosto 2016

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