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Sulla governance dei sistemi portuali il DEF del governo già sotto attacco

ROMA – Era prevedibile che già le prime anticipazioni sul DEF, il documento del governo italiano sull’economia e la finanza, fossero l’innesco per interventi, giudizi, considerazioni e anche critiche. Per Conftrasporto-Confcommercio il DEF è un documento con più ombre che luci. Piace la volontà di accendere un faro sulla manutenzione di strade, viadotti e ponti, sui controlli nell’autotrasporto, sulla semplificazione degli interventi nelle infrastrutture dei porti. Ma il pollice è verso sulla revisione della governance delle Autorità di sistema portuale, e non convince l’approccio alla mobilità sostenibile. Critiche anche alla crociata contro i motori diesel, che nelle versioni più moderne inquinano davvero poco.

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Grande assente, secondo Conftrasporto, il cosiddetto “Allegato Infrastrutture al DEF” che, nato con la Legge Obiettivo per integrare i desiderata infrastrutturali con le disponibilità finanziarie, era un prezioso documento ricognitivo e programmatico annuale sulle politiche infrastrutturali e di trasporto. Assenza che suona – sottolinea la confederazione – come un ‘declassamento’ delle questioni legate all’accessibilità dei territori, alla logistica e ai trasporti, e che rischia di vanificare l’aspirazione a connettere l’Italia.

Conftrasporto condivide invece, sull’autostrasporto, l’applicazione delle regole del distacco dei lavoratori, il potenziamento dei controlli sul cabotaggio in Italia dei vettori stranieri, la spinta al rinnovo del parco mezzi, e l’applicazione di standard rigorosi di efficienza per la realizzazione delle infrastrutture, a patto che non se ne metta in discussione la realizzazione.

Positiva anche l’attenzione per le piccole opere diffuse con l’attività di manutenzione di ponti, strade e viadotti, imprescindibile tessuto connettivo dei grandi assi di trasporto, così come la volontà di accelerare sugli investimenti infrastrutturali con correttivi al Codice degli Appalti.

Un plauso anche all’annunciato monitoraggio sugli effetti della riforma della legge 84/1994 nel settore portuale e l’intenzione di sviluppare le reti TEN-T in un’ottica euro mediterranea.

“Si affronta finalmente anche il tema delle concessioni e della tassazione delle attività portuali – precisa il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè -. Ma ci sono anche note dolenti: che riguardano la volontà di ridiscutere il sistema delle Autorità, le cui criticità non stanno nel modello di governance, ma in diversi vincoli operativi, normativi e procedurali”.

Pollice decisamente verso, infine, sulla targa personale dei veicoli, che avrebbe rilevanti impatti negativi, sul piano amministrativo, assicurativo, e operativo per le imprese con ampie flotte, e sull’aprioristico sostegno alla mobilità elettrica, per i limiti evidenziati dal Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sull’impatto durante il ciclo di vita dei mezzi.

“Non si capisce la crociata contro i diesel, quando in Europa il trasporto su strada è responsabile solo del 18% delle emissioni totali di CO2 e i mezzi pesanti solo del 5%”, conclude Uggè.

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Pubblicato il
24 Aprile 2019

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