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Infrastrutture e Trasporti ora tocca a una signora

Paola De Micheli

ROMA – Qualcuno aveva ipotizzato un ritorno di Graziano Delrio, che nel governo Gentiloni non aveva fatto male al MIT dove si era molto impegnato. Invece, come ormai è stato ufficialmente  ratificato, alle Infrastrutture e Trasporti è andata Paola De Micheli. Il suo curriculum è significativo.

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Ha 46 anni, laureata in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, sposata con Giacomo Massari dal 2013 e ha un figlio di tre anni e mezzo, Pietro. Vive a Piacenza, dove dal giugno del 2017 ha ricoperto la carica di assessore comunale alle Risorse umane ed economico-finanziarie.

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Nicola Zingaretti l’ha indicata prima dell’estate vice segretaria del PD. La De Micheli aveva presieduto il comitato nazionale “Piazza Grande” che ha portato Zingaretti alla vittoria delle primarie del Partito Democratico del 3 marzo 2019. Nel 2008 è stata eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati per la Circoscrizione Emilia Romagna nel Gruppo parlamentare del Partito Democratico. Nel primo mandato alla Camera è stata componente della Commissione “Bilancio” e “per la semplificazione della legislazione”.

È stata rieletta alla Camera dei Deputati alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, ricoprendo successivamente la carica di vicecapogruppo vicario del Partito Democratico a Montecitorio.

Nel novembre 2014 è stata nominata sottosegretario all’Economia del Governo Renzi. L’8 settembre 2017 è stata nominata dal Consiglio dei Ministri Commissaria straordinaria del Governo ai fini della ricostruzione nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a partire dal 24 agosto 2016.

Il 23 settembre 2017 il consiglio dei ministri l’ha nominata sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio.

Il 4 marzo 2018 alle elezioni politiche è stata eletta per la terza volta alla Camera dei Deputati nel Gruppo del Partito Democratico. Fa anche parte della Commissione Bilancio della Camera.

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Il ministero che le è stato assegnato non è considerato tra quelli strategici, e lo si è visto dal fatto che le trattative tra i due partiti che formano il nuovo governo si sono più volte incagliate su altre poltrone. Eppure al nuovo ministro spetta la soluzione di problemi urgenti e fondamentali per la nostra economia, come le grandi infrastrutture, il completamento della riforma dei porti, e non ultimo il rilancio di una struttura ministeriale falcidiata e ridotta a livello di pura rappresentatività. Da farle i migliori auguri, perché ne avrà bisogno.

A.F.

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Pubblicato il
7 Settembre 2019

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