La Camera di Commercio di Livorno chiamata a pronunciarsi sulla estensione delle competenze a tutti i porti – Atteso un pronunciamento di Federagenti – Le perplessità
LIVORNO – La “grana” nasce per la Toscana, ma è probabile che quanto prima si estenderà su tutta la costa nazionale.
Perché l’applicazione della circolare Caliendo sull’estensione del diritto di operare come agenzia marittima su tutti i porti di ogni direzione marittima – circolare che ricalca con qualche aggiustamento “all’italiana” la normativa dell’Unione Europea emanata almeno un paio d’anni fa – provocherà una vera e propria rivoluzione nella tradizionale struttura territoriale delle agenzie marittime. Positiva o negativa? Dipende, ovviamente dai punti di vista.
Il problema è già noto ai nostri lettori perché l’abbiamo preannunciato sabato scorso in relazione al “caso Primrose” di Piombino. In sintesi: il nuovo traghetto immesso sulla Piombino-Elba da Blu Navy può essere agenziato direttamente da Livorno, dove il gruppo Negri ha la sua importante sede operativa retta da Giuseppe Parziale? Secondo la circolare Caliendo e le normative Ue sembrerebbe di si. Una risposta giuridicamente valida arriverà lunedì 5 luglio dall’apposita commissione della Camera di Commercio delegata all’uopo: e sembra che la risposta sarà positiva, nel senso che chiunque abbia un’agenzia marittima riconosciuta potrà operare con la stessa in tutti i porti della direzione marittima senza bisogno di avere un corrispondente o un ufficio locale. Ma c’è anche chi sostiene il contrario. E chi mette in dubbio che la Camera di Commercio sia davvero il posto giusto per assumere certe decisioni.
E’ evidente che se passerà questo principio – e quando passerà, perché c’è chi chiede di andarci con i piedi di piombo almeno con i tempi: una rivoluzione di questo genere non potrà non avere, si obietta, significative ripercussioni anche economiche sugli attuali assetti delle agenzie marittime – non sarà solo la Direzione Marittima della Toscana a dovervi ottemperare. Dove esistono ambiti portuali plurimi – si pensi alla Campania con le isole del golfo di Napoli, o alla Sicilia, alla Liguria e allo stesso alto Adriatico – basterà un’agenzia in un porto per poter operare senza più corrispondenti locali né uffici distaccati su tutti i porti del comprensorio. Può essere un vantaggio per gli armatori, che in questo modo potranno limitare le agenzie e i relativi diritti – anche se è tutto a verificare – ma non avrà certo un vantaggio per chi, in un porto potrà vedersi scavalcare dal collega di un porto vicino. Insomma, come sempre, bisogna valutare bene la portata del provvedimento per procedere senza far danni. Ma bisogna anche non ignorare le normative.
Fino ad oggi le associazioni di categoria degli agenti marittimi non si sono ancora mosse ufficialmente: né l’Asamar livornese, che pure è stata investita del problema, né – a quanto ci risulta a ieri – la nazionale Federagenti, che pure sembra intenzionata a scendere in campo a difesa della libertà sancita dalla circolare Caliendo. E il fronte rischia di arroventarsi.
A.F.