E’ cambiata la realtà finanziaria della società e gli interessati ad acquisirla ne dovranno essere informati – Il governo preme su Bruxelles per un rinvio
ROMA – I termini temporali per la privatizzazione di Toremar si sposteranno quasi certamente di qualche mese. L’amministratore delegato di Tirrenia e il ministro Matteoli hanno chiesto all’Unione Europea di spostare la rigida scadenza del 30 settembre – data dopo la quale ripartirebbe la “procedura d’infrazione” per la mancata privatizzazione delle società pubbliche Tirrenia, Toremar, Caremar, Saremar e Siremar – dopo il “pasticciaccio brutto” della gara di Tirrenia. Ad oggi la UE non ha ancora risposto, anche se non sembra scontata una posizione estremamente rigida, con tutte le grane che la UE deve gestire.
Il rinvio gioverebbe molto anche a Toremar, che ha pronta al 90% la procedura per la privatizzazione, ma s’è trovata la sorpresa di 9 milioni di euro di debito di Tirrenia diventati praticamente inesigibili visto che si è scoperto un “buco” nella società capofila di oltre 600 milioni (e pensare di ottenere da questa voragine i 9 milioni della compagnia toscana è quantomeno ottimistico). Da qui la necessità di ricalibrare – a quanto si dice a Firenze – anche le richieste ai privati che hanno dichiarato l’interesse per la compagnia: perché i 9 milioni “spariti” dal bilancio non sono noccioline. Vero che negli ultimi anni Toremar ha chiuso i bilanci in attivo, ma per recuperare i 9 milioni dovuti da Tirrenia occorrerebbero una decina d’anni di attivi di gestione: salvo imprevisti.
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