Mentre il ministro mantiene il suo “niet” sul presidente scaduto, tutti aspettano un vertice chiarificatore e un eventuale nuovo ricorso al Tar
LIVORNO – I venti di rivoluzione che soffiano su tutto il nord Africa e il Medio Oriente sembrano non trovare grande attenzione nel porto labronico, che pure conta alcuni dei più importanti collegamenti con le aree in fiamme, ed ha in cantiere iniziative (“Livorno Reefer” è solo un esempio) che proprio sui rapporti con l’Egitto contano per l’agroalimentare.
Tutto sottodimensionato: perché in questi giorni anche a Livorno è scoppiata una pseudo-rivoluzione che ha preso molti di sorpresa: quella contro la nomina del commissario dell’Authority Giuliano Gallanti a presidente della stessa.
Il “niet” a Gallanti è partito, con non poca sorpresa degli osservatori, dal sindaco Alessandro Cosimi, che pure è stato indicato fin dall’inizio come il principale sponsor della candidatura Gallanti, per la quale si è fatto garante anche con il presidente della Regione Rossi. A cambiare l’atteggiamento del sindaco sarebbe stato il giudizio del Tar Toscana, che ha accolto il ricorso del defenestrato presidente Roberto Piccini (il “niet” del ministro Matteoli a Piccini è stato respinto perché non sufficientemente motivato) rimettendo in corsa la terna Piccini-Nardi-Nocchi.
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