Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

E se chiudono i rubinetti delle quote…

LIVORNO – Parliamo chiaro, perché “accà nisciuno è fesso” come dicono a Napoli: la politica c’entra e come nella rivolta in Assoporti contro Francesco Nerli. Al quale nemmeno gli avversari oggi più accaniti disconoscono le capacità personali, l’intelligenza e anche l’esperienza

[hidepost]

Il problema, si sostiene tra i “ribelli”, è che Nerli ha chiuso ogni relazione possibile con il governo, in un momento in cui sarebbe stato invece indispensabile stare tutti i giorni spalla a spalla con i ministri, sia per la riforma della 84/94, sia per la politica generale sulle infrastrutture, sia per il piano della logistica. Nerli invece ha attaccato il governo, ha sparato addosso a Matteoli, che notoriamente è un vendicativo. Ed ha chiuso, a se stesso e ad Assoporti, ogni possibilità di farsi anche solo ascoltare dall’esecutivo. Forse sperava che Berlusconi venisse “tritato” dai Bunga Bunga e il governo cadesse. Per ora gli è andata male. Ed è invece decollata la rivolta, che si alimenta anche con dettagli (lo strapotere del segretario generale, per esempio, che a differenza del predecessore Robba – il quale sapeva stare al proprio posto – vorrebbe mettere in riga anche i presidenti dei porti) e coinvolge anche la gestione finanziaria.

E il vil danaro potrebbe anche diventare uno degli strumenti della battaglia. Dal bilancio di Assoporti, che è stato presentato con un deficit di circa 30 mila euro, mancheranno quest’anno i 70 mila di Trieste – la Monassi l’ha già detto – i circa 60 mila di Napoli (autosospeso, quindi non paga), e probabilmente quote altrettanto significative di Civitavecchia, Ancona, Catania e altri scali isolani. Ce n’è abbastanza per mettere in crisi un’associazione che ha spese da multinazionale, compreso il recente (e contestatissimo) contratto con l’Ansa per le notizie che – a detta dei contestatori – l’Ansa stessa deve fornire gratuitamente per statuto. E la critica sulle spese, addirittura in crescita, risulterebbe facile a chi, nei porti, si è visto arrivare dal governo tagli in alcuni casi “drammatici”, mentre Assoporti vuole di più. Insomma, i motivi della guerra sono tanti. E non è detto che non se ne aggiungano prossimamente altri.

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
4 Maggio 2011

Potrebbe interessarti

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Nautica e navigatori al Salone di Genova

Passata la festa, diceva un vecchio proverbio un po’ blasfemo, gabbato lo Santo. Passato il Salone Nautico di Genova, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati, sono state tirate le somme: ufficialmente, la nautica italiana...

Editoriale
- ANTONIO FULVI
Leggi ancora

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio