LIVORNO – Difficile dimenticare, in queste ore, l’aforisma di Mark Twain: “Quando il governo si riunisce, io corro a nascondere il portafogli”. I tempi sono cambiati, e ormai nascondere risparmi e quanto altro ci siamo guadagnati non serve più: grazie all’elettronica, al “Grande fratello” e alle schedature Urbis et Orbis.
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L’ ASINO E L’ ORO
Una vecchia storia …tristemente attuale
Tutti da ragazzi abbiamo riso sentendo questa storia.
Due imbroglioni possedevano un asino ed un piccolo gruzzolo di monete d’ oro. Le fecero mangiare all’ asino intendendo dimostrare ad un malcapitato sprovveduto che l’ asino cacava oro, con l’ intenzione di venderglielo a caro prezzo.
Crescendo la storia non ci fa più ridere, già per il fatto che è ovvio che l’ asino per cacare oro deve averlo mangiato prima.
Oggi mi torna in mente pensando al nostro sistema pensionistico ed alle vicissitudini di molti Italiani all’ incirca miei coetanei.
Il sistema pensionistico come lo abbiamo conosciuto sinora é assimilabile all’ asino che caca oro, con la differenza che non risulterebbe che qualcuno glielo abbia fatto mangiare prima.
Penso alla moltitudine di sottufficiali delle forze armate andati in pensione con 15 anni, sei mesi ed un giorno di servizio per mettersi a fare i meccanici, gli elettricisti, i muratori in nero per il resto dei loro giorni, alle impiegatine ed insegnanti svogliate che tutt’a un tratto “l’ istinto materno” ha consigliato che badare alla prole ed alla famiglia era tutto sommato conveniente, con una pensioncina alle spalle. Mi tornano alla mente i colleghi più anziani che negli ultimi anni di lavoro hanno fatto più straordinario di quello fatto nella precedente vita lavorativa, con l’ acquiescenza dei datori di lavoro e soddisfazione dei sindacati. Mi viene alla mente l’ amianto e tutte le persone che non l’ anno nemmeno visto da lontano e che è riuscito a mandare in pensione.
Mio padre ed altri andarono in pensione nel 1970 a 55 anni, poichè l’ asino di turno “cagò” sette anni di abbuono per andare in pensione prima ( non a tutti però, solo agli ex-combattenti dipendenti pubblici. E i privati? Altra parrocchia.). Lui certamente accettò, ma da persona di buon senso qual era rimarcò in più occasioni che la cosa era inopportuna economicamente e anticostituzionale socialmente.
A tutti era balenata l’ idea che manovre come queste fossero irrealistiche e dopo tanti anni adesso prova a spiegarcelo una moltitudine di asini che fa a gara a chi ha le orecchie più lunghe. Risulta infatti ora che quanto dato in pensioni é coperto da una somma contributiva insufficiente. La notizia di spicco è che le pensioni dei parlamentari sono corrisposte a fronte di contributi pari al solo 8% del loro valore, in corrispondenza di un’ età pensionabile ben diversa da quella dei comuni cittadini. Gli asini più svegli hanno capito che qualcosa non quadra da lungo tempo ( i saggi come mio padre l’ hanno sempre saputo ) e cercano di spiegarlo con le più buffe argomentazioni.
Causa di tutto ciò non sono gli errori del passato; è intervenuto un fattore nuovo e terribile al quale bisogna far fronte: l’ allungamento dell’ aspettativa di vita.
Vogliono farci credere che quella conquista fondamentale di ogni società moderna e democratica è la nostra attuale palla al piede: chi vive danneggia anche te, digli di smettere.
Contestualmente, infiniti spot pubblicitari ci chiedono quotidianamente contributi per le più svariate ricerche per debellare malanni di ogni tipo che accorciano la vita, o contributi per popolazioni lontane la cui aspettativa di vita è disumanamente breve. Se questi destinatari di tanta misericordia e simpatia potessero intervenire probabilmente ci direbbero di lasciarli crepare in pace, di non lasciarli arrivare a 57-62 anni per subire lo scorno di vedere crollare in pochi mesi tutte le aspettative della loro vita allungata “proditoriamente” con oboli che non hanno mai chiesto che chissà mai se li hanno raggiunti e beneficiati. Di non lasciargli fare figli per vederli disoccupati o precari ad oltranza, di non lasciargli programmare il futuro, magari risparmiando o facendo mutui che non termineranno mai o che non potranno mai onorare.
Tutte le facezie che scrivono sui pacchetti di sigarette dovrebbero essere sostituite da: ” Continua a fumare che qualcuno ti ringrazierà per aver potuto andare in pensione prima ” oppure ” Chi smette danneggia i pensionandi, digli di desistere “.
Lunedì ci hanno detto che l’ asino ha smesso di cagare oro e che ha ripreso a cagare merda, alla grande, e che non si sa per quanto lo farà ancora…..
Analisi sarcastica ma in larga parte condivisibile.
L’ulteriore problema sul quale stanno terrorizzandoci con una campagna sui “media” che è sospetta di orchestrazione, potrebbe essere quello che l’asino smettesse anche di far cacca; causa intervenuta morte di fame.
Vi lancio una sfida, che potreste condividere circolarizzandola ad altre testate italiane e media televisivi:
E’ POSSIBILE CHE TRA LE PIEGHE DEL METICOLOSSIMO DIRITTO ITALIANO NON ESISTA UN APPIGLIO PER DICHIARARE ILLEGALE ED INCOSTITUZIONALE CIO’ CHE STA SUCCEDENDO?
NON ESISTE GIOCO AL MONDO, COME NON ESISTE CONTRATTUALISTICA CHE PERMETTA DI CAMBIARE LE REGOLE O LE CLAUSOLE ARBITRARIAMENTE ED UNILATERALMENTE.
CHI HA VERSATO CONTRIBUTI FINO AD ORA DA 39 ANNI LO HA FATTO SECONDO CERTE REGOLE, MATURANDO ASPETTATIVE CONSEGUENTI. MAGARI HA CONTRATTO UN MUTUO, HA PRESO IMPEGNI CHE DIFFICILMENTE POTRA’ MANTENERE.
POTREBBE ESSERE POSSIBILE CHIEDERE IN MASSA ALL’ INPS DI RESTITUIRE TUTTI I VERSAMENTI EFFETTUATI, CON GLI INTERESSI LEGALI, VISTO CHE SONO CAMBIATE UNILATERALMENTE “LE CLAUSOLE CONTRATTUALI”?
A PARTE IL CASO UMANO, SIAMO SICURI CHE NON NE POSSA SCATURIRE UN CASO LEGALE CONTRO LO STATO?
NEGLI STATI UNITI LA CLASS ACTION E’ UNO STRUMENTO EFFICACE ED UTILIZZATO. DA NOI…CHE SI ASPETTA?
Infine, dopo Ballarò di ieri sera: siamo sicuri che la ministra Fornero non piangesse perché le é morto il gatto?
Buona giornata a tutti.
Un vecchio proverbio, riadattato al caso, dice: lacrime, quattrini e santità, metà della metà della metà.
In quanto alla class action… appunto ci vuole un movimento di massa, che non sia però di pecore rassegnate a farsi tosare. Però dobbiamo anche ammettere che per troppi anni abbiamo “consumato” le prospettive dei nostri figli e nipoti…
Dalla simpatica e arguta Livorno è quanto mi aspettavo. Grazie.
Attribuiscono a Mussolini la seguente affermazione: “Il popolo è femmina: ama farsi fottere”. E’ quello che sta succedendo a noi anche senza di lui. Bel risultato dopo tante lotte e tanta politica…bianca, rossa, verde, arlecchino…
In merito alla class action: “se mai si parte, mai si arriva”.
Mi torna in mente il film con Gasman e Tognazzi (La Grande Guerra?), in cui l’ ufficiale tedesco afferma: ” Di fegato gli italiani conoscono solo quello alla veneziana “. Ci sono centinaia di esempi che lo smentiscono, ma nella più normale quotidianità…
Certo che abbiamo consumato, ho scritto anche come nella storiella, ma grazie a quelli che ha hanno sparso a piene mani anzichè ben amministrare, con lo scopo di garantirsi sedie, consenso, voti e quant’altro di ritorno. Tutti soggetti che di sicuro da questa monovra non hanno nulla da temere. Soggetti il cui operato nessuno si sogna di analizzare, non tanto per perseguire (sono messe dette), quanto per prevenire. Saremo quindi sempre daccapo.
Grazie per il piacevole scambio di opinioni. Mi fermo qui, altrimenti diventa un dibattito a due soltanto. Buon proseguimento!