Regolamento dei dragaggi, poche aperture

Il testo rimane bloccato per alcuni emendamenti “fuori tema” sulle trivellazioni marine – Il discrimine rimane quello della assoluta pulizia delle sabbie per poterle sversare in mare

Corrado Clini

ROMA – Dal neo-ministro dell’Ambiente Corrado Clini il messaggio di Natale è positivo.

“A Durban, dal vertice sul clima – ci ha dichiarato – siamo usciti con un risultato che giudico positivo. Siamo usciti finalmente dal cono d’ombra del precedente vertice di Copenaghen. Adesso si tratta di lavorare per rendere operative le varie scelte”.

Se il ministro è soddisfatto per il clima mondiale, per quanto riguarda l’Italia è invece sotto pressione per molti altri temi, primo dei quali quello relativo ai dragaggi portuali. Per vari motivi: intanto c’è la legge, il testo unico della tutela ambientale, che all’art. 109 continua ad essere determinante per i limiti che esistono ai dragaggi portuali e specialmente all’eliminazione dei relativi fanghi. Poi ci sono le scelte contingenti. Che fanno capo al nuovo regolamento dei dragaggi portuali, da tempo sul tavolo del ministro – e del suo alto dirigente che adesso ha l’ìnterim del settore, Renato Grimaldi – sul quale si appuntano tutte le speranze dei porti, ma che sta scontando un imprevisto ritardo per colpa di alcuni emendamenti (assolutamente fuori tema, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere) proposti dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti prima del nuovo governo.

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