Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Livorno sogna: che la Zim torni a casa?

LIVORNO – Proviamo un attimo a crederci: un’ipotesi, o se preferite una speranza dei livornesi, che dalla separazione “per colpa” dopo quasi mezzo secolo di matrimonio con Zim c’erano rimasti davvero male.

[hidepost]

Proviamola, questa speranza: che Zim cioè torni a casa, come tante mogli fedifraghe le quali alla fin fine si accorgono che è meglio un marito un po’ sgangherato ma ben noto nei pregi e nei difetti di un amante che promette il paradiso e regala poi al massimo un purgatorio.

In questi giorni gira la voce che Zim starebbe considerando di tornare anche a Livorno con la programmazione dell’anno prossimo, chiudendo l’esperienza del solo scalo a Genova. Gira la voce che sulla scelta potrebbero influire parecchi argomenti: il non esaltante consuntivo di Genova, il fatto che molti consolidati traffici di Livorno sono finiti nelle navi della concorrenza, la crescente efficienza del Terminal Darsena Toscana ormai quasi totalmente “genovesizzato” rispetto alle intemerate dei portuali-padroni. Poi ci sono – o ci sarebbero: meglio continuare con il condizionale dubitativo – anche altri temi, più sottili per chi valuta tutto solo sul piano commerciale: la forte comunità ebraica labronica, che certo non gradì l’abbandono della “loro” compagnia, i traffici tradizionalmente legati a Camp Darby, la storica collaborazione con Angelo Roma, che oggi è tornato uomo libero dopo l’esperienza Toremar. Insomma, di ipotesi ne possiamo fare parecchie: attendibili o campate in aria che siano.

Naturalmente se ciò dovesse avvenire, sarebbe certo preceduto da una trattativa: con il terminal, ma anche con l’Autorità portuale, con i gestori dei servizi portuali (rimorchio, ormeggi, bunker, eccetera). Non ci risulta che ci sia ancora qualcosa e lo stesso Angelo Roma dice di non saperne niente. Vogliamo credergli? Essendo uomo d’onore, va creduto. Ma essendo uomo d’onore, se avesse avuto la consegna del silenzio la rispetterebbe anche con gli amici. Insomma, non ci resta che aspettare. Ovviamente sperando.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
20 Giugno 2012

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio