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Porti turistici, quasi vittoria

Matteo Italo Ratti

Matteo Italo Ratti[/caption]MILANO – La Corte Costituzionale ha emesso venerdì 27 gennaio la sentenza sull’aumento retroattivo dei canoni demaniali per i porti turistici. La sentenza dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale della norma. I porti dovranno, quindi, pagare; ma la Corte Costituzionale esclude anche chiaramente che i nuovi valori tabellari possano essere applicati ai porti turistici così come successivamente realizzati dal concessionario. La Corte Costituzionale precisa, infatti, che i suddetti valori tabellari devono essere applicati alle consistenze oggetto dell’atto di concessione, cioè all’area e allo specchio acqueo nelle misure ivi indicate.

Proprio in riferimento ai valori tabellari da applicare, Nautica Italiana (www.nauticaitaliana.net) – l'Associazione affiliata a Fondazione Altagamma che rappresenta l’eccellenza del Made in Italy nautico nei settori Industria, Servizi a Territori – esprime soddisfazione sia perché sono state accolte le posizioni di suoi associati, sia perché si fa un concreto passo in avanti in termini di equità del calcolo, dando maggiore certezza all’operatore che ha investito in Marina turistici.

Infatti l’associazione con il Manifesto della Nautica Italiana, ha fin dall’inizio evidenziato la necessità del mantenimento dei patti contrattuali dello Stato per le concessioni (Pacta sunt servanda) per impedire che l’applicazione di canoni maggiori rispetto a quelli concordati e già messi a bilancio dagli operatori, si traducessero in un problema irrisolvibile. Nella sua sentenza infatti, la Corte pur avendo dichiarato inammissibile il principio sollevato di incostituzionalità della norma, ha fornito una chiarissima indicazione in merito all’applicazione dei nuovi parametri tabellari, che mostra di tenere conto delle difese delle parti private, che da anni si battono per correggere una distorta interpretazione della norma contenuta nella legge Finanziaria per il 2017, portando avanti un contenzioso decennale in diverse sedi civili e amministrative.

La Corte afferma, infatti, che "Un’interpretazione costituzionalmente corretta della disposizione in esame impone, quindi, la necessità di considerare la natura e le caratteristiche dei beni oggetto di concessione, quali erano all’avvio del rapporto concessorio, nonché delle modifiche successivamente intervenute a cura e spese dell’amministrazione concedente. Mentre con riferimento agli aumenti dei canoni tabellari (art. 03, comma 1, lettera b, n. 1, del d.l. n. 400 del 1993) valgono i principi affermati nella sentenza n. 302 del 2010, viceversa va esclusa l’applicabilità dei nuovi criteri commisurati al valore di mercato alle concessioni non ancora scadute che prevedano la realizzazione di impianti ed infrastrutture da parte del concessionario, ivi incluse quelle rilasciate prima del 2007".

«Dopo anni di ricorsi, questa sentenza dà una prima indicazione in merito a come calcolare il canone da pagare annualmente allo Stato, soprattutto in un momento dove la nautica ha estremamente bisogno di certezze» – ha commentato Matteo Italo Ratti, Consigliere di Nautica Italiana con delega ai Servizi e Marina turistici e AD di Marina Cala de Medici «Questo provvedimento distenderà i rapporti con l’amministrazione locale, la quale funge solo da ente esattore, perché i proventi sono destinati allo Stato e non al Comune».

“Per Nautica Italiana l’impegno sul fronte legislativo è strategico per rispondere alle criticità del settore – ha dichiarato Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana. Il passo che registriamo oggi è significativo perché supera errate interpretazioni della norma dando chiarezza e quindi maggiore equità per gli operatori che devono competere a livello internazionale”.

“Chiaramente questo non basta – continua Tacoli – e molti sono i punti su cui siamo impegnati come Associazione e che abbiamo sintetizzato nel Manifesto della Nautica Italiana: un nuovo “Bollino Oro” da applicarsi a bordo, che anticipi i controlli a terra invece che in mare, la moratoria dei controlli a bordo fino all’adozione del Registro Telematico, l’istituzione di un Registro di immatricolazione italiano, insieme a una definitiva semplificazione burocratica e amministrativa per la navigazione da diporto, sono alcune delle nuove richieste”.

Nautica Italiana, a poco più di un anno dalla sua costituzione, conta oggi 81 aziende associate, identificando l’intero comparto sia in termini di rappresentatività di fatturato che nei diversi settori. Il settore dei marina, che rappresenta il 9% degli associati, vanta la presenza di alcuni tra i maggiori nomi del nostro Paese, come Marina Cala dè Medici, Marina di Genova, Marina di Varazze, Marina di Portofino, Porto Lotti, Porto Mirabello e il consorzio M.I.N.S.Y., che conta al suo interno diversi scali dell’Adriatico.

Pubblicato il
1 Febbraio 2017

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