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In Paduletta per chi suona la campana

LIVORNO – Nello sfinimento dei tempi assurdi di certa burocrazia nazionale – ai quali contribuisce anche l’infinito gioco delle parti della politica nelle sue non scelte – le realizzazioni concrete, come quella della Cilp labronica alla Paduletta e su altri investimenti, danno la sensazione di una boccata d’aria fresca. [hidepost]Rari nantes in gurgite vasto, dicevano i nostri padri latini. C’è semmai da interrogarci su quanto stia incidendo, nel nuovo dinamismo di una Cilp che solo pochi anni fa veniva data per spacciata, l’immissione di imprenditori privati che non hanno paura del futuro, dei vari Brexit, dei contorcimenti dei partiti, delle lungaggini per la “governance”. Oggi Cilp vuol dire al 50% Compagnia portuali e al 50% NGI, acronimo di Neri Gip Investimenti che a sua volta è partecipata al 50% dal gruppo Neri di Livorno e dal gruppo Gip genovese di Luigi Negri.

Si è detto molto, all’inaugurazione dei rinnovati impianti di Paduletta, sul significato reale dell’investimento di 2,3 milioni di euro sugli 8 capannoni e sui 30 mila metri quadrati di piazzali, pieni zeppi di Toyota, Suzuki, Opel e Mitsubishi. Marco Dalli, presidente di Cilp si è mantenuto su un piano molto operativo, snocciolando poche cifre e qualche concetto. Ma proprio dietro a questi ultimi si intravede quello che potrebbe essere il futuro della Paduletta, nella visione degli operatori portuali più significativi.
Di proprietà del Comune attraverso la Spil, al quale Cilp paga ormai un affitto annuo che è gravitato fino a 1,3 milioni di euro, Paduletta è per contratto un terminal multipurpose Cilp fino al 2028. Una bella risorsa per la disastrata Spil; ma come spesso è stato scritto, un “tesoretto” che se venduto toglierebbe la suddetta Spil da buona parte dei problemi. Risulta che Cilp abbia da un anno presentato alla Spil una formale “dichiarazione d’interesse” a comprare. Non risulta che abbia avuto risposta: il che non aiuta a programmare i grandi interventi sul porto che con maggior visione d’insieme tra pubblico e privato – come aveva auspicato anche lo stesso assessore Ceccarelli durante la cerimonia – potrebbero dare un altro significativo colpo d’ala.
All’inaugurazione della Paduletta il sindaco Nogarin non s’è visto. Ha mandato una lettera di auguri, essendo impegnato in consiglio comunale. Forse – ma è una nostra piccola idea – una sua scappata, anche di pochi minuti come ha fatto in altre circostanze, avrebbe fatto capire di più sulle intenzioni del Comune. Paduletta non è solo un terminal: è oggi un atto di fede sullo sviluppo di un’intera area Multipurpose che per lunghi anni è stata quasi inutilizzata, ed oggi rappresenta davvero l’unica area “core” sulla quale poter costruire un importante futuro in attesa della sognata Piattaforma Europa. Bella dunque l’iniziativa dei mega-capannoni, bella la sfilata delle auto, bella l’iniziativa dei vagoni ferroviari da Kobe per riallestirli e spedirli poi a Southampton. Ma sulle scelte strategiche, Comune e Spil, se ci siete battete un colpo. Come scriveva nel suo famoso sermone John Donne, non chiedete per chi suona la campana, la campana sta suonando per voi.[/hidepost]
Pubblicato il
11 Febbraio 2017
Ultima modifica
25 Febbraio 2017 - ora: 11:28

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