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Fit-Cisl contesta voto di Bruxelles sugli autisti Tir

ROMA – “Il fatto che numerose aziende di autotrasporto merci approvino il voto della settimana scorsa della Commissione europea ai Trasporti dà da riflettere ed è uno sprone per il sindacato per mettere in piedi al più presto azioni di protesta”. Così ha dichiarato Maurizio Diamante, segretario nazionale della Fit-Cisl, in merito alle dichiarazioni a favore del pacchetto mobilità (mobility package), approvato il 4 giugno dalla Commissione Ue, che riduce i tempi di riposo e aumenta quelli di guida per gli autisti di camion e autobus a lunga percorrenza.

“Sono sotto gli occhi di tutti – prosegue Diamante – le condizioni di vita estreme degli autisti di camion, per lo più est europei sfruttati e sottopagati, costretti a mangiare e dormire sui loro camion e a guidare anche 18 ore per sbarcare il lunario. È anche noto che spesso questi lavoratori ricorrono all’uso di sostanze non lecite per reggere la fatica e di frequente causano incidenti anche mortali a causa della loro stanchezza. Ricordiamo che la sentenza della Corte di giustizia europea del 20 dicembre scorso vieta per qualunque motivo il riposo dentro al camion ed è sconvolgente che la Commissione non ne abbia tenuto alcun conto, consentendo tale pratica nel pacchetto mobilità.

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Inoltre sta passando ingiustamente sotto traccia il fatto che il pacchetto mobilità riduce i tempi di riposo anche per gli autisti di autobus a lunga percorrenza, i quali a causa della stanchezza possono coinvolgere in un incidente i loro passeggeri. Ma la nostra battaglia – continua Diamante – non è dovuta solamente ai peraltro doverosi motivi umanitari: è anche a vantaggio delle aziende che rispettano le norme e i diritti dei lavoratori, le quali sono spinte a chiudere dalla concorrenza sleale di chi invece si crede al di fuori delle regole. Parliamo delle letterbox companies, aziende anche italiane, con residenza fittizia nell’est Europa, le quali operano e traggono profitto in Italia, oltre che sfruttando i dipendenti, eludendo il fisco italiano”.

Conclude il segretario nazionale: “Ci stiamo coordinando con l’Etf, la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti a cui siamo affiliati, e con gli altri sindacati per organizzare quanto prima azioni di protesta in modo che l’Europa, che dovrebbe essere la casa dei diritti, cambi rotta e aumenti le tutele degli autisti”.

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Pubblicato il
16 Giugno 2018

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